Coralli Duri

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Coralli Duri

SOMMARIO

  • Focus Bisogno di cure
  • 6 Magazin
  • 8 A colloquio con
  • 12 Rarità
  • 14 Argomenti principali Coralli duri riproduzione professionale
  • 24 L’allevamento dei coralli nei paesi di destinazione
  • 32 Acquacoltura dei coralli
  • 36 Il “Nano allevamento”
  • 38 Coralli riprodotti per via vegetativa
  • 41 Poster Il piccolo polipo incrostante
  • 46 Viaggio I reef corallini a Madoogali, Maldive
  • 54 Reportage Una sbornia d’oro a New York
  • 60 Ritratti d’acquario Un acquario per Helmut
  • 64 Mantenimento e riproduzione Successo nella riproduzione del carangide Selene vomer
  • 66 Reportage Ti guardo negli occhi, piccola …
  • 69 Ogni inizio è facile Chi spende poco, spende due volte
  • 72 Anteprima

EDITORIALE

Gentili lettrici e lettori,
non bisognerebbe mai dire “mai”! “Far crescere i coralli duri Acropora in un acquario di barriera non sarà mai possibile”, mi è capitato di sentir dire una volta da Peter Wilkens, con profonda convinzione. In effetti, uno come lui doveva pur saperlo. Eravamo all’incirca verso la metà degli anni ’80. Un paio di anni dopo nel suo negozio specializzato in acquariologia di Winterthur, in Svizzera, mi riferì che i “Berlinesi”, primo tra tutti Dietrich Stüber, avevano semplicemente inserito a scopo dimostrativo un frammento di un ramo di Acropora nel materiale di fondo del loro acquario, per mostrargli, durante una sua successiva visita a Berlino, quanto vigorosamente sarebbe cresciuto. Era effettivamente aumentato in grandezza, come assicurava sconcertato Peter Wilkens. Allora funzionava! Aveva semplicemente assistito allo sviluppo del “Metodo Berlinese”, che rese possibile su scala mondiale un progresso eccezionale nel mantenimento e nella riproduzione in acquario dei coralli duri. Due buoni decenni dopo la situazione è diametralmente opposta: poco tempo fa ho incontrato Joe Yaiullo, che a Long Island, New York (USA), gestisce un acquario di barriera da 80.000 litri che da qualche anno è popolato abbondantemente fino nell’ultimo angolo di coralli duri. Poche settimane fa Joe, come lui stesso mi ha riferito, ha dovuto rimuovere dalla metà destra della vasca per parecchi metri quadri una imponente quantità di giganteschi frammenti di corallo, riempiendo innumerevoli grosse cassette: la crescita era semplicemente diventata eccessiva. Spesso questi frammenti vanno ad acquari pubblici, ma la maggior parte di questi ciottoli corallini servono come materiale da riempimento per i reattori di calcio e come materiale di fondo per gli acquari: si crea semplicemente troppa massa corallina. L’hobby dell’acquariologia corallina durante gli ultimi due decenni ha subito massicci cambiamenti. Perlomeno nel campo del mantenimento dei coralli da un iniziale consumo di animali si è passati una produzione degli stessi. Anche il commercio nel frattempo è divenuto uno stimolo per questa moltiplicazione di coralli che è stata in larga misura professionalizzata, riducendo sensibilmente la pressione di raccolta dai reef. Chi l’avrebbe mai immaginato durante gli anni ’80.