Incubatori Orali

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Incubatori Orali

SOMMARIO

2 EDITORIALE

3 LA POSTA DEI LETTORI

4 MAGAZIN

10 A COLLOQUIO CON…

14 RARITA’

16 REPORTAGE FOTOGRAFICO Incubatori orali Daniel Knop

24 REPORTAGE Gli incubatori orali nel reef e in acquario Proff.ssa Dott.ssa Ellen Thaler

28 PRATICA Dodici meno cinque: Pterapogon kauderni Daniel Knop

36 REPORTAGE Osservazioni su Opisthognathus scops Proff.ssa Dott.ssa Ellen Thaler

39 PANORAMICA Gli incubatori orali nell’acquario marino Inken Krause

41 POSTER Il granchio porcellana di Oshima (Neopetrolisthes oshimai)

48 Parte 1 La trilogia dell’azoto
Ammoniaca – Un potente veleno per i pesci
Beate R. Selner e Burkhard Ramsch

54 REPORTAGE Il mistero dell’evoluzione Daniel Knop

62 RITRATTI D’ACQUARIO Affilati come una lama di coltello L’acquario di Sabine Sax

66 OGNI INIZIO E’ FACILE Le pagine per l’acquariofilo marino principiante

 

EDITORIALE

Mi ricordo ancora molto bene dei miei primi esordi in acquariologia che risalgono a buoni quattro decenni fa, quando il mio interesse era così forte da farmi appiattire il naso contro il vetro dell’acquario durante la nascita di pesci vivipari come i Guppy o i Platy. In quei recipienti di vetro niente mi affascinava quanto la creazione di una nuova vita direttamente davanti ai miei occhi. Mi dedicavo con abnegazione alla riproduzione di questi pesci, senza sapere veramente cosa farne. È un peccato che la maggior parte dei pesci corallini siano allevabili solo tra grandi difficoltà e di regola soltanto dagli esperti che in questo si sono specializzati. Non sarebbe fantastico se nell’acquario marino esistessero delle specie di pesci facili da riprodurre quanto i Guppy nelle vasche marine? Una buona notizia: esistono. Si tratta degli incubatori orali, primi fra tutti gli Pterapogon kauderni. Una notizia cattiva: quasi nessun acquariofilo li riproduce e, proprio a causa della raccolta commerciale per l’acquariologia marina, in natura questa specie è prossima all’estinzione. Ancora pochi anni e tutto sarà finito. Le ragioni risiedono in un concatenamento di circostanze che messe insieme aggravano la pressione sulle popolazioni naturali. In altre parole: gli acquariofili marini e i commercianti specializzati, con il loro comportamento, per la prima volta nella storia di questo hobby, si riveleranno decisivi nei prossimi anni per la sopravvivenza di una specie animale su questo pianeta. Cosa impedisce la riproduzione in gran numero di questi affascinanti pesci negli acquari privati, per poi trasferirli in commercio affinché i prelievi in natura diventino del tutto inutili? Oppure cosa impedisce che gli hobbysti particolarmente impegnati si riuniscano in una sorta di “associazione per la riproduzione dei Kauderni”, per favorire il diffondersi delle esperienze e delle informazioni? Esiste ancora la possibilità che questi affascinanti incubatori orali possano proseguire nella loro storia evolutiva. In questo numero un articolo descrive la scottante situazione ecologica degli P. kauderni spiegando anche quanto sia semplice la loro riproduzione.
Nello studio della storia evolutiva dei coralli duri e dei gruppi parenti, come i corallimorfari, si evidenziano sorprese diverse. In questo caso, infatti, talune relazioni sono apparentemente del tutto diverse rispetto a quanto sino ad ora supposto. Prendiamo questo dato come spunto per rivolgere una occhiata più dettagliata allo studio dell’evoluzione che, nel penultimo secolo e per metà di quello scorso, ha subito notevoli cambiamenti e ancora oggi è tutt’altro che condivisa fra gli studiosi. Di continuo trovano spazio nuove teorie, molte delle quali mostrano un quadro sempre più preciso dello sviluppo delle specie, anche nel reef corallino. Vengono altresì descritte ininterrottamente nuove specie: nel frattempo i biologi marini Dott.ssa Hilly Ann Roa-Quiaoit, il Prof. Claudio Richter, il Dott. Mark Kochzius e i loro collaboratori hanno raccontato per esempio il lungo lavoro richiesto dalla prima descrizione di una nuova specie di tridacna presentando una graziosa specie di Tridacna, come si può leggere nella rubrica delle attualità di questo numero. Questa specie peraltro è già stata commercializzata o è già presente in qualche acquario di barriera. Tutto questo dimostra, ancora una volta, che ancora oggi sussistono grosse lacune nella conoscenza della fauna marina. Che questo non sia un caso isolato è confermato dal fatto che, dinnanzi alle coste dell’Australia, in un reef molto visitato dai subacquei, di recente sono state descritte per la prima volta ben 150 nuove specie animali. Anche dalla zona settentrionale di Sulawesi in Indonesia giungono regolarmente segnalazioni di nuove specie. Non si tratta di qualcosa che deve sorprendere; chi conosce i reef corallini di queste aree dell’Indonesia sa bene quanto sia incredibilmente vasta la varietà di specie marine. I fotografi subacquei considerano queste barriere coralline come i migliori punti di immersione del mondo, e qui gli esperti conoscitori della fauna marina sono in grado, con relativa facilità, di scoprire specie nuove non ancora descritte in alcuna pubblicazione specializzata. Sarebbe bello se le crescenti conoscenze su questo affascinante mondo animale potessero contribuire ad entusiasmare un maggior numero di persone per la protezione e la conservazione degli ambienti naturali.