Simbiosi di pulizia

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Simbiosi di pulizia

SOMMARIO

  • 2 EDITORIALE
  • 4 MAGAZIN
  • 8 A COLLOQUIO CON…
  • 14 REPORTAGE FOTOGRAFICO Simbiosi di pulizia Daniel Knop
  • 22 REPORTAGE La simbiosi di pulizia e la rete ecologica
    Daniel Knop
  • 26 REPORTAGE Il “Classico pulitore”
    Labroides Dimidiatus
    Proff.ssa Dott.ssa Ellen Thaler
  • 32 REPORTAGE Gamberetti pulitori pigri?
    Proff.ssa Dott.ssa Ellen Thaler
  • 36 REPORTAGE I ghiozzi pulitori del genere Elacatinus
    Inken Krause
  • 40 PANORAMICA
    I pulitori in mare e in acquario Inken Krause
  • 43 POSTER Il corallo martello
    (Euphyllia anchora)
    Daniel Knop
  • 48 VIAGGIO L’ora dei fantasmi nella Secret Bay Werner Fiedler
  • 54 RITRATTI D’ACQUARIO Dai ciclidi del Malawi alla vasca di barriera
    Acquario di Sukhdev Singh
  • 58 REPORTAGE Affascinanti incontri “del terzo tipo”
    Dott. Mark Friedrich e Dott. Andreas Grahnert
  • 64 PRATICA Il pesce cardinale di Banggai
    (Pterapogon kauderni)
    Manfred Rogner
  • 70 REPORTAGE Artemie in Germania Torsten Hermann
  • 76 OGNI INIZIO E’ FACILE Le pagine per l’acquariofilo marino principiante
  • 79 NOVITA’ DAL MERCATO

EDITORIALE

La simbiosi di pulizia è presente dovunque nel reef corallino, e senza alcun dubbio fa parte per molte persone dei processi più affascinanti di questo ambiente. Perché le cose stanno in questo modo? Per quale ragione troviamo questo mutualismo di pulizia così interessante? Si tratta forse della reciproca fiducia degli animali coinvolti, oppure dell’illusione che si tratti di una reciproca gentilezza? Probabilmente ci risulta particolarmente facile trovare nel reef corallino dei parallelismi con la comunità umana, che in effetti è basata in larga misura su relazioni di mutualismo. L’intero mondo del lavoro, per esempio, funziona secondo principi di fondo simili. Forse è proprio questa corrispondenza che ci sembra particolarmente stimolante, quando vediamo un gamberetto pulitore che cerca sul braccio di un acquariofilo o di un subacqueo qualche ectoparassita. Oppure quando un labride Napoleone ci mostra le sue branchie completamente aperte per farsele pulire. Esistono però anche altri paralleli tra animali marini e umani. Qualche anno fa i ricercatori che collaboravano con lo svizzero Volker Schmid arrivarono ad una conclusione, ovvero che gli animali urticanti del ceppo Cnidaria e di altri grandi ceppi animali, tra i quali anche i mammiferi, avevano dei predecessori comuni simili alle meduse. Nei coralli, secondo gli scienziati, lo stile di vita sessile come polipo si dovrebbe essere sviluppato solo successivamente. La ragione consisteva nella constatazione che tutte le famiglie di geni riscontrate nelle meduse presentano una funzione simile nei vertebrati. Per formare la muscolatura incrociata, per esempio, le meduse attivano gli stessi geni dell’uomo, perfino con una sequenza paragonabile.  A proposito di “muscolatura”: quando qualcuno con un passato da calciatore inizia con il “Body Building”, continua con i pesi e gradualmente inizia ad appassionarsi al triathlon per poi, con il passare del tempo, diventare un maratoneta e alla fine finire su un nastro da corsa, ecco che tutto questo dimostra una incredibile duttilità.  Il Dott. Gerald Allen, esperto di sistematica dei pesci corallini, ha fatto tutto questo, e non semplicemente a tempo perso, ma con passione e impegno totale, sempre con l’obiettivo di fornire elevate prestazioni. Attualmente è molto attivo come scalatore in Himalaya, e chi effettua con lui un viaggio di immersioni, probabilmente lo vedrà di mattina, prima che il sole sorga, cimentarsi in una “maratona” per poi concludere alla sera l’impegnativa immersione con un’altra lunga corsa. Ho incontrato Gerry nel Settembre del 2007 durante il MACNA tenutosi a Pittsburgh (USA). L’ho incontrato con sua moglie Connie già nell’autobus che ci portava dall’aeroporto verso l’albergo, dopo che aveva tollerato 35 ore di volo e in un certo qual modo si trovava “in transito”: pochi giorni dopo, infatti, doveva proseguire per Monaco. Quando alla fine alcune settimane più tardi dovevamo discutere di alcuni dettagli relativi alla sua intervista, si stava occupando di un progetto per la protezione del Reef a Raja Ampat nell’Indonesia meridionale, nei pressi della Papua Nuova Guinea. Alcuni giorni dopo, quando lo ricontattai nuovamente per E-Mail, era a casa sua in Australia. È sorprendente quanto possa essere movimentata la vita di un “pensionato”…Tuttavia i reef corallini non si trovano al primo posto soltanto fra gli interessi del Dott. Gerald Allen. Per la seconda volta è stato annunciato “l’anno internazionale dei reef corallini”, e come già nel 1997 in tutto il mondo i biologi marini, i musei, moltissime altre persone e istituzioni, hanno cercato attraverso l’organizzazione di eventi di stimolare un utilizzo consapevole delle barriere coralline. Si tratta, in effetti, di una necessità urgente, perché mentre i cambiamenti climatici provocano quasi ovunque la scomparsa di questi ecosistemi, perfino gli ultimi bastioni della fauna marina sono soggetti ad una crescente pressione, come evidenzia anche Gerry Allen nella sua intervista: la “Mafia della pesca per alimentazione”, per esempio, ha portato alla ribalta il caso della Papua Nuova Guinea. La nostra rivista esiste oramai da molti anni, la pubblicazione di CORALLI ha avuto inizio circa un anno dopo la nascita della consorella tedesca, e a seguire è nata anche la versione in inglese, quella in francese, in russo e in polacco. Questo elenco di versioni in varie lingue dimostra il successo del percorso di questa pubblicazione durante gli anni trascorsi.  In questo periodo ho vissuto moltissime indimenticabili esperienze legate alla nostra rivista. Una di queste risale a poco tempo fa: un amico che vive negli USA, Joe Yaiullo, direttore dell’acquario pubblico “Atlantis Marine World”, a Long Island, New York, mi aveva scritto una bella storia che aveva commosso anche lui. Una famiglia americana aveva affrontato con i figli un viaggio di circa 5.000 Km dalla costa occidentale verso quella orientale per visitare “l’Atlantis Marine World”. Quando domandò loro come avevano avuto l’idea di attraversare un intero continente, gli appassionati acquariofili risposero che avevano letto un articolo nella versione inglese della rivista (“CORAL”) su questo acquario pubblico e avevano deciso senza indugi di fare una visita. Joe Yaiullo in un numero di questa pubblicazione dedicato ai “Grandi acquari” aveva descritto la grande vasca di barriera da 80.000 litri.  Questo piccolo episodio dimostra che la nostra rivista è effettivamente capace di “mettere in moto le cose, e anche le persone, perfino all’altro capo del mondo”.  In ogni caso, il successo ha sempre molte ragioni. Nel caso di questa rivista esso va diviso fra moltissime persone che la supportano con tutte le loro energie, in modo diverso ma sempre con molto impegno. Si tratta in primo luogo del consiglio di redazione specializzato formato da Robert Brons, Helmut Debelius, Svein Arne Fossa, Alf Jacob Nilsen e dal Prof. Volker Storch, come pure dal Dott. Ingo Botho Reize, che trasmettono senza sosta alla redazione dei brevi comunicati di attualità da tutto il mondo. In particolare voglio citare l’insegnante della scuola Konrad Lorenz la Prof.ssa Dott.ssa Ellen Thaler, che fornisce alla nostra pubblicazione preziosi impulsi dalla prospettiva della ricerca comportamentale e che la arricchisce con i suoi numerosissimi articoli specializzati. Dopo la fusione con l’altra rivista tedesca storica “Das Aquarium” anche il Dott. Dieter Brockmann è entrato a far parte del team della redazione. Personalmente mi auguro che questa rivista di acquariologia marina, in tutte le sue versioni linguistiche, riservi a tutti i nostri lettori lo stesso divertimento che riserva a noi durante la sua produzione.

Daniel Knop