Lumache
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Lumache
SOMMARIO
- 02 EDITORIALE
- 03 MAGAZIN
- 8 A COLLOQUIO CON…
- 12 RARITA’
- 14 REPORTAGE FOTOGRAFICO
Lumache
Daniel Knop - 20 RITRATTI
La lumaca
Vittina waigiensi
Daniel Knop - 22 PRATICA
Nozioni sulle lumache
Daniel Knop - 30 PRATICA
Bellezza pericolosa
( Cyphoma gibbosum ) La lingua di fenicottero
Dott. Dieter Brockmann - 33 PANORAMICA La sistematica della classe Gastropoda
Daniel Knop - 35 IL POSTER
Cernia dal berretto basco
( Epinephelus fasciatus )
Werner Fiedler - 40 VIAGGIO
I segreti del Mar Rosso,
ovvero il caval donato
Helmut Debelius - 46 PRATICA
Novità sui pesci lima
Mantenimento e riproduzione di
Oxymonacanthus longirostris
Mat Pedersen - 52 PRATICA
Gli “inseparabili” nel reef:
I pesci lima
Proff.ssa.Dott.ssa Ellen Thaler - 54 PRATICA
Osmosi inversa – Quello che ogni acquariofilo marino dovrebbe sapere
Stephan Gohmann - 60 RITRATTI D’ACQUARIO
Le ciambelle riescono tutte con il buco?
Acquario di Dietmar Schauer - 64 OGNI INIZIO E’ FACILE
EDITORIALE
Per molti le lumache marine sono sinonimo di mare, i bagnanti ne raccolgono i gusci vuoti sulla spiaggia. Le strutture dei molluschi, però, non risultano affascinanti solo ai nostri giorni, ma hanno da sempre costituito una attrazione. Un bell’esempio a tale riguardo è il farmacista Theodor Löbbeke , che nel XIX secolo ha raccolto moltissime lumache e conchiglie europee. Questo studioso privato realizzò una sorta di catalogo sistematico sulle conchiglie, un’opera di determinazione in prevalenza per le lumache e i molluschi marini, e la raccolta, che a quei tempi veniva esposta come museo privato nella Schadowstrasse 51 a Düsseldorf, dopo la sua morte ha rappresentato la base per il Museo Löbbecke. Il fatto che questa istituzione oggi sia ancora nota con il nome di “Aquazoo – Museo Löbbecke”, dimostra che lo studio dei gusci calcarei dei molluschi può tramutarsi in una occupazione completa insieme ai molluschi viventi e all’intero ambiente del reef corallino, visibile appieno nella sopraccitata struttura di Düsseldorf in Germania. In questa struttura, infatti, l’istituzione dello zoo e del museo si fondono in una unità eccezionalmente istruttiva e incredibilmente avvincente. In ogni caso è pensabile anche un percorso inverso: l’acquariofilo marino mantiene nella propria vasca di barriera delle lumache, dato che esse costituiscono una parte vitale della sua piccola comunità vivente e nel controllo della crescita algale assolvono ad un compito importante, e via via raccoglie i gusci lasciati dalle sue lumache, iniziando ben presto a collezionarli in modo mirato, anche durante le vacanze ai tropici. Sono in ogni caso affascinanti. Nel caso tuttavia della classe dei gasteropodi che gode di tanto successo, non entusiasmano però soltanto i gusci così ricchi di variazioni e disegni, ma anche lo stile di vita di diversi rappresentanti, il cui adattamento alle più disparate nicchie ecologiche ha portato veramente a delle conseguenze capaci di togliere il fiato. Basti pensare alle lumache uovo della famiglia Ovulidae e alla mimesi con la quale si eguagliano ai loro coralli ospiti.
Nel mondo dei pesci corallini non ci si imbatte spesso in una specializzazione tanto spiccata. Comunque, anche qui esistono degli specialisti assoluti, come dimostra per esempio il pesce lima Oxymonacanthus longirostris . Per tali specialisti il mantenimento in acquario si complica e diventano necessarie vasche realizzate più o meno in modo mirato in base ai bisogni della specie in questione. Questo vale anche nel caso di O. longirostris , perché solo in un acquario di questo tipo, e con le cure adeguate, questo pesce straordinariamente stimolante sul piano estetico può essere mantenuto in modo duraturo. Lo dimostrano anche le esperienze della Prof.ssa Ellen Thaler che, per il suo lavoro, mantiene per gli studi comportamentali questi pesci da due decenni. È invece una novità il successo nella riproduzione di questa specie, riuscita per la prima volta a Matt Pedersen , un ottimo passo in avanti nell’acquariologia marina.
I miglioramenti nel mantenimento e nella riproduzione degli animali marini spesso sono strettamente correlati ai progressi nella tecnica acquariologica. Impiegare l’osmosi inversa nell’acquariologia marina è stato uno di questi progressi che hanno reso possibili molte cose. Ad ogni modo sono trascorsi già più di due decenni, e da molto tempo gli impianti di osmosi in questo hobby hanno trovato una sicura collocazione, non solo perché la qualità dell’acqua di rubinetto in molti paesi sta continuando a peggiorare e crea in acquario condizioni con le quali alcuni dei sensibili organismi di barriera non sono in grado di sopravvivere. Continuano comunque ad esistere dei dettagli nell’impiego di questa tecnica nel trattamento dell’acqua che non sono noti a chiunque, “particolarità” che è necessario conoscere per un ottimale utilizzo di questo metodo nonché per ottenere una durata massimale della propria membrana. Per tale ragione in questo numero ci siamo occupati approfonditamente della materia.
Buona lettura