Pesci Palla

La rivista è ora disponibile gratuitamente per tutti i nostri lettori!

Clicca sulla copertina per consultare la versione online della rivista.

 

 

Download riviste gratuito
Versione sfogliabile offline Versione PDF
http://www.coralreefmagazine-italy.com/wp-content/uploads/2015/10/CliccaQui-150x49.gif http://www.coralreefmagazine-italy.com/wp-content/uploads/2015/10/CliccaQui-150x49.gif

Pesci Palla

  • 2 EDITORIALE
  • 3 LA POSTA DEI LETTORI
  • 5 MAGAZIN
  • 7 RARITA’
  • 8 A COLLOQUIO CON
  • 12 REPORTAGE FOTOGRAFICO
    Pesci palla 
    Daniel Knop
  • 20 REPORTAGE
    Il comportamento del poco noto pesce palla leopardo ( Canthigaster leoparda 
    Proff.ssa Dott.ssa Ellen Thaler
  • 24 PRATICA
    Il mantenimento in acquario dei pesci palla 
    Proff.ssa Dott.ssa Ellen Thaler
  • 30 REPORTAGE La sistematica dei pesci palla ( Canthigasterinae 
    Inken Krause
  • 32 PANORAMICA I pesci palla in mare e in acquario 
    Inken Krause
  • 35 POSTER
    Il gamberetto simbionte di Holthuis 
    Periclimenes holthuisi 
    Daniel Knop
  • 40 VIAGGIO
    Il paese delle creature Lo Stretto di Lembeh 
    Werner Fiedler
  • 46 REPORTAGE
    Invertebrati sottoposti a colorazione 
    per l’acquariologia marina 
    Daniel Knop
  • 52 REPORTAGE Un macigno di pesce pietra Esperimenti fisiologici con il vero pesce pietra ( Synanceia verrucosa 
    Dott. Andreas Kunzman e Stephanie Brohl
  • 55 RITRATTI D’ACQUARIO
    La mia vita da ieri fino ad oggi 
    Acquario di Dieter Rossig 
  • 63 OGNI INIZIO E’ FACILE
    Le pagine per l’acquariofilo marino principiante 

EDITORIALE

Peccato che i pesci non parlano veramente, altrimenti i pesci palla esprimerebbero la loro sorpresa per il fatto che noi umani a volte ci scervelliamo per gli interrogativi più banali. Per esempio ci chiediamo se nel caso di pesci palla che evidenziano minime differenze si tratti di specie diverse, che di conseguenza potrebbero portare a descrizioni scientifiche distinte. E’ il caso, tra gli altri, per esempio, di Canthigaster solandri C. papua C. benetti . Ma lo stesso vale anche quando ci chiediamo se si possa trattare forse di varianti locali della medesima specie, che si è adattata a ciascuna caratteristica ecologica. A questo quesito è quasi impossibile dare una risposta, perché in tal senso bisognerebbe chiarire se si accoppierebbero con un rappresentante di un’altra forma qualora avessero a disposizioni partner della propria. Quello che accadrebbe nelle condizioni di un acquario non conta, dato che qui molte specie si comportano in modo diverso rispetto alla natura. Non solo pesci corallini: nei coralli, in condizioni acquariologiche, sono stati già incrociati tra loro perfino dei generi: Sarcophyton Lobophytum si sono mischiati in un ibrido, come riferisce la dott.ssa Kirsten Michalek Wagner (2004). L’autrice lo comparò a quei tempi con un incrocio tra cane e gatto. Sfortunatamente, inoltre, gli esami della sequenza del DNA, oggi impiegati così tanto, della “Biblioteca genetica” contenuta nelle cellule corporee, per così dire, a livello specifico non offrono informazioni attendibili. Lo studio dei geni in questo caso non fornisce un ulteriore aiuto. Dobbiamo pertanto rispondere alla domanda se le differenze tra pesci molto simili, provate in altro modo, possano suffragare la creazione di varie specie, semplicemente “credendolo”, almeno inizialmente. Molti tassonomi pensano si tratti di specie diverse, e diversi studiosi del comportamento pensano siano varianti locali. Probabilmente i pesci palla pensano che tutto ciò non abbia importanza.

Non si tratta invece affatto di una questione di credenza quello che in alcune parti viene fatto con i coralli vivi: li si immerge nei coloranti per uova pasquali attendendo fino a quando i pigmenti sono stati assorbiti dal tessuto rendendoli eccezionalmente colorati. Di solito questi pigmenti disturbano i processi fisiologici e il corallo degenera, ma fintanto che è ancora in vita è vendibile con maggiore facilità. Per fortuna i coralli non possono parlare; perché suppongo che a tale riguardo ci sarebbe molto da dire. Chi tollera tali pratiche si dequalifica come acquariofilo di barriera serio senza alcuna possibilità di appello.

In ogni caso, non bisogna fare di tutta l’erba un fascio. In tal senso, infatti, non tutte le Tubastrea rosse sono state colorate artificialmente. Mi ricordo di diverse magnifiche Dendrophyllia rosso sangue che avevo osservato e fotografato durante una immersione ad Okinawa, nel Giappone meridionale nonché in alcuni reef indonesiani. Esistono sostanzialmente dei coralli che ottengono una colorazione così vistosa e insolita in modo del tutto naturale ma che ricorda quella delle uova di Pasqua. L’acquariofilo appassionato, pertanto, avrà grosse difficoltà davanti alla vasca di vendita di un negozio qualora volesse appurare se la colorazione di un dato corallo è naturale o meno. È necessario osservare con maggiore attenzione.

Se i coralli vengono molestati dai pesci, bisognerebbe prestare una uguale attenzione e non farsi dominare dall’impulso. Il dott. Dieter Brockmann nella rubrica “Ogni inizio è facile” ci rivela come districarsi in un caso del genere. Prima di decidersi, comunque, bisognerebbe valutare se sia veramente necessario, o meglio se non risulti più interessante il pesce rispetto al corallo. Osservare i complessi comportamenti alla fin fine è il senso del mantenimento in acquario, e spesso i danni arrecati ad un corallo, per esempio per predisporre un punto ove deporre le uova, sono limitati e tollerabili. Se siamo riusciti ad indurre una specie di pesce a riprodursi in acquario, dovremmo concepirlo come un complimento per la nostra opera di acquariofili. I pesci tenteranno, infatti, di riprodursi soltanto con le condizioni più favorevoli. La riproduzione, inoltre, è accompagnata da modi comportamentali decisamente interessanti come il corteggiamento e l’accoppiamento. Per questa ragione non dovremmo “punire” il pesce in questione per ogni molestia che arreca ai coralli.

Buona lettura