Labridi
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Labridi
SOMMARIO
- 4 Focus Piccole stelle
- 6 Magazin
- 8 Rarità
- 10 Argomenti principali Labridi
- 14 Labridi-Lifestyle
- 20 Generi adatti all’acquario
- 30 Per una volta fai la voce grossa!
- 35 Poster Il blennide dalla pinna a vela
- 40 Viaggio Azzorre
- 46 Reportage Granchi violinisti in acquario
- 54 Ritratti d’acquario Come il mare venne da me …
- 60 Reportage Amblyglyphidodon flavipectoralis
- 66 Reportage Metalcyonium verseveldti
- 70 Ogni inizio è facile Intossicazione da metalli pesanti – 2a parte
EDITORIALE
Conoscete Napoleone? Penso spesso a lui. Ogni volta che mi trovavo nelle sue vicinanze mi veniva incontro scrutandomi espandendo le coperture delle sue branchie. “Napoleone” era un giovane labride Napoleone (Cheilinus undulatus), che aveva trascorso la sua giovinezza in una enorme vasca di mantenimento per coralli presso un esportatore indonesiano. Mi esortava continuamente con insistenza a pulirgli le branchie, a ogni incontro. La perseveranza con la quale cercava di instaurare questo contatto era considerevole. Naturalmente a riguardo mi ero immaginato qualcosa; un pesce di questo genere sicuramente non si lascia grattare da chiunque. Da me però sì, e questo doveva pur significare qualcosa! No, non significava nulla, Napoleone, infatti, lo faceva con tutti, senza eccezione, e senza osservare la persona. Probabilmente aveva dei parassiti che gli davano fastidio. Inoltre era certamente curioso e cercava un’interazione con un altro essere vivente. In verità i labridi Napoleone sono dei solitari, ma a questi enormi animali che raggiungono una lunghezza di 230 cm e un peso di quasi 200 Kg, l’uomo può avvicinarsi anche in natura senza problemi. Il mio piccolo Napoleone era circondato solo dai coralli. Di tanto i tanto compariva un colorato cestello galleggiante di plastica con dei coralli pronti per la spedizione verso paesi lontani, non vedeva nient’altro. Da nessuna parte era visibile qualche altro pinnuto. Nessuna lumaca, nessun riccio di mare, nessun polpo al quale mordicchiare un braccio. Un labride però è semplicemente troppo intelligente per trascorrere la sua esistenza in un ambiente così triste. Molti altri pesci per queste ragioni avrebbero sofferto molto meno. Ma questo giovane labride cercava continuamente un contatto con un bipede che si avvicinava alla sua vasca. I labridi hanno bisogno di una interazione sociale, vogliono essere occupati. La loro necessità di occupazione è talmente grande da poter sviluppare delle neurosi o degli stereotipi comportamentali in caso di scarsa attività. Perfino tra i rappresentanti della famiglia Labridae che rimangono più piccoli, spesso non è il caso di chiedersi se il labride è adatto all’acquario, ma piuttosto se è l’acquario a “essere adeguato al pesce”…