Nano Reef
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Nano Reef
SOMMARIO
2 EDITORIALE
4 A COLLOQUIO CON…
Alf Jacob Nilsen
10 REPORTAGE FOTOGRAFICO
Nano-Reef
18 PRATICA
Un mondo in miniatura
Daniel Knop
22 REPORTAGE
Allestimento e cura di un
Nano-Reef
Daniel Knop
28 REPORTAGE I Nano-Reef di Ellen Thaler Prof. Dr. Ellen Thaler
32 REPORTAGE L’acquario nella borsa da viaggio Dr. Ingo Boto Reize
36 PANORAMICA
Animali consigliabili per un Nano-Reef
30 IL POSTER
Il pesce mandarino (P. splendidus)
Wolgang Mai
43 VIAGGIO
Immersioni “nell’acqua di caffé”
Una avventura straordinaria
Heiko Blessin
47 REPORTAGE
Pubertas praecox Una patologica prematurazione
Prof. Dr. Ellen Thaler
50 PRATICA
Esperienze con i coralli duri del genere Euphyllia
54 OGNI INIZIO È “FACILE”
Le pagine per l’acquariofilo marino principiantei
59 CONSIGLI E TRUCCHI
Editoriale
“Size does not matter” si dice, non dipende dalla grandezza. Che cosa potrebbe adattarsi meglio di un Nano Reef per definire questo concetto? Anche un minuscolo acquario può essere affascinante. Negli USA si parla di un Nano Reef quando la vasca contiene meno di 80 litri. Ma con questo hanno fine le precise definizioni del concetto, dato che termini quali Nano, Micro, Pico o mini reef vengono tranquillamente mescolati tra loro. Chiunque negli USA sembra avere il proprio metro quando si tratta di chiarire tale significato. Per questa ragione è forse meglio semplificare parlando sempre di Nano Reef nel caso di tutte le piccole vasche. Un acquario definibile Nano Reef ha solitamente un contenuto di 40,60 o 80 litri. Ma perché devono essere solamente i telefoni cellulari o i computer portatili a diventare più attraenti attraverso la miniaturizzazione? Perché non estendere la preferenza anche agli acquari di barriera? Se qualcuno trova particolarmente affascinante un piccolo acquario, allora perché non assecondare tale idea? Cosa né dite di una vasca di barriera di sei litri da collocare nella libreria tra Dante e Manzoni? O di un biotopo marino di tre litri accanto al libro sulle teorie di Darwin? Addirittura con un volume di 400 millilitri si riesce, come dimostrano le mie esperienze degli ultimi mesi, ad allestire un minuscolo biotopo marino, se vi si inseriscono gli animali adatti. Anche un paio di piccole lumache, delle stelle e delle pulci di mare possono risultare affascinanti. Un sensibile vantaggio degli acquari piccoli e molto piccoli consiste nell’attenzione che vi si presta, dato che non sfuggono i particolari solitamente travisati in una grande vasca di barriera. Ma considerare tali peculiaretà sarebbe sensato anche nei grandi impianti marini. Siete in grado di dire se nel vostro acquario di barriera vivono animali che non sono ancora stati descritti scientificamente? La cosa non è tanto improbabile come può sembrare. Le molte prime descrizioni di specie nuove fatte negli acquari pubblici, ai quali ci riferiamo nella rubrica delle attualità, hanno evidenziato che una sorprendente quantità di vita marina sconosciuta è racchiusa nei nostri contenitori di vetro. E se questo vale anche per il vostro acquario, chi può accorgersene se non voi stessi? Dopo tutto siete voi ad aver costruito a casa un “pezzo di natura subacquea concentrata, a mantenerla in vita e ad avere un dialogo ininterrotto con questo Mini Mondo”. Questo “dialogo”, tra l’altro un termine molto adatto a definire il rapporto tra l’acquariofilo e gli abitanti della sua vasca di barriera, costituisce un presupposto per la vita degli animali di acquario. Dopo tutto siamo sempre noi acquariofili a decidere con quale grandezza di vasca, tipo di acqua o illuminazione devono convivere i nostri animali e quale sia la composizione chimica del loro elemento, l’acqua marina. Per poter riconoscere le necessità degli animali, un tale “dialogo” tra noi uomini e loro è irrinunciabile perché solo in questo modo sapremo identificare le reazioni degli abitanti dell’acquario nei riguardi del loro ambiente. Una parte di questo “dialogo” riguarda la misurazione ed il controllo della composizione minerale dell’acqua, ad esempio del calcio, del magnesio e degli ioni di carbonato. Certo non esiste “un’acquariologia da ricetta culinaria”, con la quale basta seguire le indicazioni “si prenda un pò di questo…o quello”. Fortunatamente però alcuni fattori nell’acquariologia di barriera godono di una certa oggettività, cosicché possono essere ben controllati e a questi appartiene anche il rifornimento degli elementi minerali carenti. Ma sono anche altri gli elementi di questo hobby ad essere in un certo senso racchiudibili nello stesso ambito. La quantità di alimento, ad esempio, contenuto in un cubetto di mangime congelato. Quello che si può scoprire controllando meglio, lascia talvolta stupefatti. A tal riguardo vi rimandiamo alle immagini, dato che con le sole parole contenute nella rubrica “Consigli e trucchi” questa non sarebbe potuta essere esaustiva come al solito.