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PESCI PAGLIACCIO

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Pesci Pagliaccio

SOMMARIO

  • 2 EDITORIALE
  • 4 MAGAZIN
  • 8 A COLLOQUIO CON…
  • 13 RARITÀ
  • 14 REPORTAGE FOTOGRAFICO
    Pesci pagliaccio
    Daniel Knop
  • 24 REPORTAGE
    Pesci pagliaccio “Simpatici ma mordaci”
    Prof.ssa Dott.ssa Ellen Thaler
  • 30 PRATICA
    Nozioni sulla sistematica dei pesci pagliaccio
    Frank Schneidewind
  • 34 PRATICA
    La riproduzione dei pesci pagliaccio
    Wolfgang Mai
  • 41 PANORAMICA
    Sistematica panoramica dei pesci pagliaccio
    Frank Schneidewind
  • 43 IL POSTER
    La conchiglia gigante
    Werner Fiedler
  • 48 VIAGGIO
    Tranquille meraviglie
    Viaggi subacquei tra due isole delle Antille
    Werner Fiedler
  • 54 PRATICA
    Infestazione di turbellari
    Rischi del trattamento chimico
    Harald Muller e Robert Baur-Kruppas
  • 58 AMERICAN REEF KEEPING
    Anthony Calfo
  • 63 REPORTAGE
    Vermi spruzzatori
    Daniel Knop
  • 66 REPORTAGE
    Tsunami e barriere coralline
    Dott.ssa Elizabeth Wood
  • 72 RITRATTI D’ACQUARIO
    Un secchio di sale con conseguenze
    Marcus Fuchs
  • 76 OGNI INIZIO È FACILE
    Le pagine per l’acquariofilo marino principiante
    Daniel Knop
  • 80 CONSIGLI E TRUCCHI
  • 82 REPORTAGE
    Organismi marini al microscopio elettronico a scansione
    Una stella marina
    Dott. Karl-Heinz Linne von Berg

 

EDITORIALE

Balordo, villano, bonaccione: sono solo alcune delle definizioni della parola pagliaccio. Niente di tutto ciò però, neppure lontanamente, rende giustizia ai pesci pagliaccio dal nuoto dondolante e dalla colorata livrea che pare essere stata disegnata. Nonostante tutto però, chiunque li osserva non può fare a meno di pensare alla vistosa colorazione della faccia di un pagliaccio. Solo pochi altri animali dei reef corallini sono capaci di risvegliare in così tante persone emozioni come i pesci pagliaccio. L’enorme successo del film “Nemo”, nel quale il ruolo principale è stato interpretato da un pesce pagliaccio (virtuale), dimostra quanto sia sostanzialmente grande l’interesse degli uomini per gli organismi marini, basta offrire ad ogni gruppo di riferimento l’affascinante mondo dei mari nel modo adatto. Quello “adatto” non corrisponde sempre ad una direzione strettamente scientifica. Per stimolare l’interesse, ci si può avvalere anche profondamente della prosa, per sviluppare ad esempio delle toccanti storie intorno ad un pesce pagliaccio. Perfino se un bambino che ha visto questo film, anni dopo scopre che il reef in realtà è qualcosa di completamente diverso. Dopo tutto la sua attenzione è stata attirata verso questo ambiente, per stimolare interesse nei riguardi di un ecosistema infinitamente prezioso e bisognoso di protezione. È in ogni caso possibile percorrere anche un’altra via, quella più specialistica e attinente alla realtà. In maniera specializzata anche se giocosa e relazionata al divertimento, come dimostra la giovane Sarah Noack. Questa ragazza ha sviluppato un affascinante concetto, con il quale aiuta i bambini a comprendere i favolosi ambienti marini, non solo nel senso letterale della parola, ma anche in maniera più primordiale come con la “comprensione” attraverso l’uso delle mani. È lei stessa, tuttavia, a non realizzare ancora del tutto, che pochi giorni dopo l’intervista con CORALLI, è riuscita ad ottenere un finanziamento a lungo atteso da parte della Light-house-Foundation, per il suo nuovo progetto. In tal modo, potrà finalmente realizzare il suo piano per trasmettere nozioni sulla “biologia e la protezione dei reef” ai figli dei pescatori indonesiani. Continueremo naturalmente a seguire i successivi sviluppi. In questo numero prenderemo in esame le conseguenze dello Tsunami, che senza dubbio costituisce una delle maggiori catastrofi naturali del secolo appena iniziato. L’onda ha attraversato con inaudita violenza i reef corallini, e per settimane non è stato possibile chiarire le conseguenze per questi delicati ecosistemi. Nel frattempo sono stati portati a termini molteplici esami, rendendo possibili alcune conclusioni. Si tratta di approfondimenti importanti soprattutto in relazione agli interventi per mezzo dei quali in alcune località sarà possibile limitare i danni, o perlomeno favorire i naturali meccanismi di rigenerazione. Con sempre maggiore frequenza, inoltre, abbiamo la conferma che le coste con la zona delle mangrovie danneggiata, sono state esposte ad una maggiore violenza da parte dell’onda rispetto a quelle con l’area ancora intatta. Probabilmente non è evitabile un certo impoverimento delle specie nei reef particolarmente colpiti, in particolare se gli stessi qualche anno fa hanno già sofferto per la comparsa di El Niño. L’enorme perdita rappresentata dalla perdita di una specie diventa evidente in un acquario marino. La biodiversità al suo interno non è solamente stimolante, ma quasi qualcosa di simile ad un “capitale d’impresa biologico”. Molti organismi, dei quali nemmeno sospettiamo l’esistenza nelle nostre vasche di barriera, giocano probabilmente un ruolo importante in questi ecosistemi artificiali. Per noi acquariofili dovrebbe costituire una ragione sufficiente per evitare l’impiego di medicinali, ad esempio per il contrasto di animali come i platelminti, che si riproducono eccessivamente diventando un problema per il sistema del nostro acquario. In questo caso è preferibile utilizzare soprattutto metodi di contrasto biologici o meccanici, come puntualizzato anche da una prova mirata descritta in un articolo di questa uscita.