Coralli Nr.10 (Maggio – Giugno 2002)

LABRIDI

10

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Labridi

SOMMARIO

  •  EDITORIALE
  • LA POSTA DEI LETTORI
  • MAGAZIN
  • RARITÀ
  • A COLLOQUIO CON…
    Prof. Dr. Jean Jaubert
  • LO SPECCHIO DEL WEB
  • REPORTAGE FOTOGRAFICO
    Labridi
  • PRATICA
    Labridi nell’acquario di barriera
    Prof. Ellen Thaler
  • PRATICA
    Comportamento del genere
    Macropharyngodon
    Prof. Ellen Thaler
  • REPORTAGE
    Esperienze con i labridi del Mediterraneo
    Rainer-Ludwig Daum
  • PANORAMICA
    Labridi
  • IL POSTER
    Odontodactylus Scyllaris
    Daniel Knop
  • VIAGGIO
    Tuvalu – Nel paese dei coralli
    Helmut Debelius
  • PRATICA
    Mangrovie in acquario
    Daniel Knop
  • AMERICAN REEFKEEPING PERSPECTIVES
    Prof. T. Siegel
  • RITRATTI D’ACQUARIO
    Sandro Mansutti
  • REPORTAGE
    Sistema-Jaubert
    Julian Sprung
  • PRATICA
    Planarie ad uncino
    Nuovi parassiti dei pesci nell’acquario marino
    Prof. Dr. Robert J. Goldstein
  • AMBIENTE E NATURA
    Mangrovie & … gamberi
    Sandro Mansutti
  • ACQUARIO DI GENOVA
    A contatto con le razze
  • OGNI INIZIO È “FACILE”
    Le pagine per l’acquariofilo marino principiante
    BIBLIOTECA
  • CONSIGLI E TRUCCHI

EDITORIALE

Mantenimento in coppia dei labridi? Affascinante comportamento di corteggiamento nell’acquario di barriera? Chi sostiene tali affermazioni non deve sorprendersi se otterrà sguardi di incredulità. Questi pesci sono noti per essere rissosi ed è meglio non mantenerli con dei conspecifici. Ma come tutti i pesci, anch’essi possono sviluppare il loro comportamento naturale solo in coppia o addirittura in gruppo. Ma proprio riguardo al loro comportamento molto è ancora da scoprire, e diverse osservazioni in natura ed in acquario saranno necessarie per saperne di più su questi irrequieti e colorati pesci. Un enigma sembra però aver trovato una soluzione, come ci rivela l’articolo di Ellen Thaler. Per la prima volta si è potuto osservare la ragione per la quale le specie di Macropharyngodon sono dotate di una dentatura sporgente. Che questo tipo di osservazioni conducano a tali risultati non è un caso, dato che l’autrice svolge da molto tempo intensivi e sistematici studi comportamentali sui pesci corallini. Durante la stesura dell’articolo di questo numero ad esempio, aveva a disposizione per le sue osservazioni 34 labridi di 17 diverse specie e tutte ovviamente mantenute in coppia. Questi pesci non sono però solo interessanti ma anche utili, e non solamente perché si nutrono di organismi che possono spesso divenire una minaccia. Anche attraverso la loro attività scavatoria, con la quale smuovono continuamente il fondale, i labridi rappresentano un aiuto per l’acquario di barriera. Per la gioia dell’acquariofilo, che non ha quasi più ragione di lamentarsi per un accumulo di detriti nel materiale di fondo, quando nella vasca ci sono questi pesci, ma anche per il benessere dei filtratori che riceveranno regolarmente una dose di nutrienti sedimenti di fondo quando un labride nelle vicinanze si sotterra in una frazione di secondo lasciando dietro di se una “nuvola” di polvere. La cosa può rivelarsi piuttosto utile, sempre che l’acquario non sia stato allestito secondo il Sistema-Jaubert, nel quale il fondale deve essere lasciato assolutamente a riposo. Tuttavia questa tecnica non è molto diffusa tra gli acquariofili europei. Ma per quale ragione? È conosciuta da molti anni, ma solo molto raramente se ne ha notizia, inoltre solamente una manciata di acquariofili è in grado di dire per esperienza personale quali sono i limiti e le possibilità di questo procedimento. Anche una ricerca su Internet utilizzando la parola chiave Sistema-Jaubert in diversi motori di ricerca, evidenzia solo pochi risultati. Il fatto che nel numero presente di CORALLI ed in quello prossimo, ci occupiamo di questo tema, non costituisce un rinnegamento del “Sistema-Berlinese” tanto amato da molti acquariofili di barriera. Molte sono le vie che conducono all’obiettivo, e questo vale anche per l’acquariologia marina. Perciò è sempre utile aggiungere nuove conoscenze. Anche nel caso delle malattie e delle parassitosi, un tale scambio di esperienze è importante, anche quando i vermi ad uncino descritti dal Dr. Robert Goldstein non hanno presumibilmente ancora fatto la loro comparsa nel nostro continente. Non disponiamo ancora di indicazioni sul fatto che questo parassita possa riservare anche in Europa così tanti problemi come in altri paesi, ma è sempre meglio rimanere all’erta. Tuttavia non è ancora chiaro l’approccio dei gamberetti pulitori verso questi vermi uncinati. Forse il problema si risolverà in maniera tanto elegante quanto comoda, dato che quest’ultimi rappresentano una “saporita” variante alla monotona dieta di ectoparassiti. Sicuramente il viaggio con immersioni di Helmut Debelius dovrebbe costituire una “variante saporita”, visto che conduce nei pressi delle Isole Figi in un reef nel quale in precedenza quasi nessun uomo si è immerso. Dopo molte spaventose segnalazioni di sbiancamento di coralli in moltissimi paesi tropicali, troviamo qui una prova: esiste ancora, una barriera corallina intatta ed incontaminata.

Buona lettura

Daniel Knop