Coralli Nr.16 (Maggio – Giugno 2003)

CAVALLUCCI MARINI

16

Acquista la rivista
Leggi le condizioni di acquisto
Versione cartacea



Cavallucci Marini

SOMMARIO

      • EDITORIALE
      • LA POSTA DEI LETTORI
      • MAGAZIN
      • A COLLOQUIO CON…
      • LO SPECCHIO DEL WEB
      • RARITÀ
      • REPORTAGE FOTOGRAFICO
        Cavallucci marini
        Rudie Kuiter
      • REPORTAGE
        “Marsupiali” tra le alghe
        La riproduzione dei cavallucci marini
        Rudie Kuiter
      • PRATICA
        Miglioramenti nell’allevamento dei cavallucci marini delle specie Hippocampus kuda e H. fuscus Wolfgang Mai
      • PRATICA
        Quando l’amore diventa fatale – I cavallucci marini e la loro situazione ecologica
        Daniel Knop
      • PANORAMICA
        I cavallucci marini
      • IL POSTER
        Il gambero arcobaleno
        (Pseudosquilla ciliata)
        Daniel Knop
      • VIAGGIO
        Clipperton – L’isola dimenticata
        Dr. Gerald Allen
      • AMERICAN REEFKEEPING PERSPECTIVES
        Prof. T. Siegel
      • PRATICA
        “Un sorriso prego” – La fotografia in acquario
        Daniel Knop
      • RITRATTI D’ACQUARIO
        L’acquario con gola di barriera
        Dott. Jochen Lohner
      • REPORTAGE
        Il fitoplancton nell’acquario di barriera
        Dott. Bernd Kroon
      • REPORTAGE
        Panorami di calcio – Come i coralli forgiano il volto della terra
        Werner Fiedler
      • OGNI INIZIO E’ “FACILE”
        Le pagine per l’acquariofilo marino principiante
      • CONSIGLI E TRUCCHI
      • BIBLIOTECA
      • NOVITÀ DAL MERCATO

EDITORIALE

Questo numero della rivista è dedicato in gran parte ai cavallucci marini. Questi animali sono specialisti dell’alimentazione, come tutti i signatidi. La bocca tubolare formatasi dalla congiunzione dell’apparato mandibolare inferiore con quello superiore (dal greco syn = insieme, gnathos = mandibola), costituisce la caratteristica più importante per tale specializzazione. Purtroppo i cavallucci marini provenienti da catture effettuate in natura, che attraverso il commercio arrivano all’acquario, sono quasi sempre smagriti, ed anche con grande regolarità, tanto che molti acquariofili ritengono completamente normali le incavature delle placche ossee di un animale dimagrito. I cavallucci marini devono avere questo aspetto, o no? No, non devono averlo! Nell’anteprima all’interno del numero 15, vengono presentati due animali con due diversi stati nutrizionali: a destra un esemplare ben alimentato e a sinistra uno denutrito, appena arrivato da un grossista. Stigmatizzo queste circostanze con tale evidenza, perché con il titolo tematico “Cavallucci marini” non vogliamo contribuire a far soffrire e morire di fame in acquario altri esemplari di questi affascinanti pesci, ma vogliamo ottenere l’esatto contrario. Ugualmente non è nostra intenzione incentivare la cattura in natura, ma la loro riproduzione in ambito acquariologico. Pertanto, cari lettori, se volete mantenere o addirittura riprodurre i cavallucci marini, dovreste avvalervi di animali di allevamento e non sperimentare con esemplari originanti da catture effettuate negli ambienti naturali. Solamente con quelli riprodotti avrete la certezza di ottenere degli animali ben nutriti, sani e di specie relativamente facili da mantenere. La riproduzione dei cavallucci marini rivestirà in futuro una veste ancora più importante, perché nel novembre del 2002 la conferenza per la protezione delle specie a Santiago del Cile, ha stabilito di inserire questi pesci nella Convenzione di Washington. Del naturale ambiente vitale dei cavallucci marini, fanno parte le alghe. Le alghe non sono però sempre quello che gli acquariofili si aspettano: formazioni simili ai vegetali superiori, con steli e talli somiglianti a foglie. Alcune hanno una similitudine maggiore con una fetta di limone, una antica scatola di cipria o con una costruzione dalla delicata architettura. Anche nei riguardi della loro fisiologia la maggioranza di noi ne sa ben poco, nonostante nell’ambiente marino si debba attribuirle senza dubbio un ruolo chiave. Tutto questo in gran parte ci sfugge, dato che la straordinaria estetica di molte alghe planctoniche si svolge in un ordine di grandezza accessibile solamente ad un microscopio elettronico a scansione. Unicamente una rappresentazione fortemente ingrandita ci può fornire una impressione visiva di questi affascinanti esseri viventi. Per questo la raffigurazione e la fotografia costituiscono nell’acquariologia marina una tematica centrale, dato che vi possiamo incontrare molti esseri viventi dai colori e dalle forme fantastiche. Che cosa potrebbe esserci di meglio che immortalare su una pellicola questi attraenti animali marini? Certo, bisogna ammettere che non è sempre così semplice arrivare a dei risultati soddisfacenti, perché le riflessioni di luce sui vetri dell’acquario, complicano la vita al fotografo quanto le deformazioni ottiche prodotte dalle stesse, o dalla fuga degli animali intimoriti dalla macchina fotografica. Tra l’altro può accadere perfino l’esatto contrario, e cioè che dei pesci si intrattengano proprio davanti al mezzo di ripresa, bloccando ogni tentativo e generando grande disappunto, come io stesso ho avuto spesso modo di verificare durante dei lavori fotografici o di ripresa di filmati. E credetemi, tutto ciò non è sempre gradevole! Tuttavia chi è a conoscenza di alcune basilari regole di fotografia in acquario e le applica con cura, sarà in grado di superare diverse tipiche complicazioni. Che moltissimi acquariofili riescano a farlo, lo dimostrano le centinaia di immagini realizzate e presenti anche su Internet. Anche dei fotografi dilettanti producono spesso delle foto sorprendentemente buone.

 

Buona lettura