STELLE MARINE
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Stelle marine
SOMMARIO
- EDITORIALE
- LA POSTA DEI LETTORI
- MAGAZIN
- A COLLOQUIO CON…
- LO SPECCHIO DEL WEB
- RARITÀ
- REPORTAGE FOTOGRAFICO
Stelle marine.
Daniel Knop - REPORTAGE
L’ora delle stelle.
Interessanti nozioni sulle stelle marine.
Daniel Knop - PRATICA
Mantenimento in acquario delle stelle marine.
Daniel Knop - REPORTAGE
Riproduzione per via vegetativa delle stelle marine.
Daniel Knop - PANORAMICA
Stelle marine adatte all’acquario.
Daniel Knop - POSTER
Il cavalluccio marino nano (Hippocampus bargibanti)
(Kai Vellig) - VIAGGIO
Fantasmi notturni
I Esperienze presso Sabang Beach
Frank Schneidewind - REPORTAGE
Sostanze nutrienti nell’acquario di barriera
L ‘alimentazione dei coralli
J örg Kokott - REPORTAGE
Una nuova serie di cavallucci marini: Hippocampus denise
Daniel Knop - PRATICA
Allevamento di Artemia in modo diverso
Prof.ssa Dott.ssa Ellen Thaler - REPORTAGE
Alghe perforanti nei coralli duri
Distruttori del reef o fornitori di nutrimento
Prof. Dott. Dietrich Schlichter - OGNI INIZIO E’ FACILE
Le pagine per l’acquariofilo marino principiante - REPORTAGE
Organismi marini al microscopio elettronico a scansione
Dott. Karl-Heinz Linne von Berg - PROVATO DA CORALLI
Sandro Mansutti - NOVITA’ DAL MERCATO
- CONSIGLI E TRUCCHI
EDITORIALE
In Australia sono stati scoperti dei resti fossili di animali con una simmetria corporea composta da cinque strali, in altre parole dei precursori degli echinodermi ancora viventi, con una età di oltre 570 milioni di anni! Gli esperti suppongono pertanto che gli echinodermi, dei quali fanno parte anche le stelle marine, esistano probabilmente già prima del “Cambriano”. Non è ancora stata trovata la prova, mentre una loro sicura presenza è stata accertata solo dal “Cambriano” (570-510 milioni di anni fa). In ogni caso, queste particolari creature hanno sempre una indubbia età di circa mezzo miliardo di anni. A confronto i 2,5 milioni di anni del genere Homo sono uno “scherzo”. La capacità di adattamento di questi animali, dalla struttura corporea a cinque strali, si può definire favolosa. Gli echinodermi hanno visto comparire e poi sparire i dinosauri: quando i primi sauri soffiavano il vapore del loro respiro nell’atmosfera del Mesozoico, loro nel corso della storia della Terra avevano una età sensibilmente maggiore di quella che i sauri non avrebbero mai raggiunto. Personalmente il fatto mi fa provare un gran rispetto per questo gruppo di animali, anche di fronte ad un singolo esemplare. Molto più giovane è al contrario una specie animale che di regola l’acquariofilo considera un animale da nutrimento: il gamberetto delle saline (Artemia salina). Anche questi minuscoli esserini arrivano ad una età di circa 450 milioni di anni, insieme ad una prestazione di tutto rispetto, che li rende un altro fenomeno dell’evoluzione biologica! Altrettanto grande è anche il fascino che questi animali suscitano su talune persone. Esistono, infatti, degli appassionati che non allevano le artemie come animali da nutrimento, ma per loro specifica volontà, semplicemente perché entusiasmati da questi fossili viventi. Questi amanti dei crostacei primordiali non gestiscono solamente innumerevoli pagine web tematiche, ma esistono perfino dei gruppi di discussione su questi “crostacei preistorici”! Da un singolo grammo di “uova permanenti”, che questi crostacei producono per assicurare il mantenimento della specie anche attraverso i periodi di siccità, possono sgusciare fino a 160.000 naupli! In maniera simile a quanto avviene per i cosiddetti “Killi fishes”, anch’essi adattatisi ad ambienti secchi, sviluppando delle uova in grado di superare le fasi di mancanza d’acqua, le artemie hanno evoluto una strategia che consente l’adattamento al loro habitat estremo. Molti concorrenti per lo spazio e il nutrimento in questo ambiente si “dannano l’anima”, perché non riescono a sopravvivere alle fasi asciutte. L’adattamento, nonostante le limitazioni che necessariamente comporta, costituisce spesso una via per aprire le porte di una nicchia ecologica. A questo riguardo, anche i cavallucci marini nani rappresentano un ottimo esempio. Sono trascorsi proprio tre decenni da quando Georges Bargibant ha scoperto con grande sorpresa sui suoi gorgoniacei vivi raccolti, dei minuscoli cavallucci marini mai visti da nessuno prima di allora! E sono passati appena tre mesi da quando è stata descritta una nuova specie ancora più piccola di cavallucci marini nani. Non erano semplicemente stati visti, perché il loro adattamento all’ambiente circostante è perfetto! Naturalmente all’inizio si pensava che fossero animali estremamente rari, unicamente perché si riusciva a scorgerli con grande difficoltà. Nel frattempo però, cercandoli in maniera mirata, si è stabilito che sono molto più numerosi di quanto originariamente supposto. Le conoscenze a riguardo sono ancora pochissime, in particolare sul loro modo di nutrirsi o sull’adattamento cromatico ed è quasi certo che altre specie attendono una prima descrizione. Solamente attraverso la loro estrema adattabilità morfologica e cromatica sono riusciti fino ai nostri giorni a sfuggire alla vista degli uomini. Questi cavallucci marini non possono ad ogni modo sottrarsi agli influssi della cultura umana, e se i coralli che li ospitano scompariranno in un certo senso come “danni collaterali da civilizzazione”, allora spariranno con loro anche dei cavallucci marini nani ancora non descritti. Ciò dimostra ancora una volta quanto sia importante vivere la vita ad occhi aperti donando attenzione al mondo animale, in particolare quando si tratta di ambienti minacciati. Le spettacolari prime descrizioni, come quella dei cavallucci marini nani, attirano l’attenzione anche sui loro ambienti minacciati, allo stesso modo la sistematica tassonomica nel frattempo spesso malvista come precursore delle specie e della protezione naturale. In questo numero di CORALLI, nel testo di molti articoli, troverete alcune parole sottolineate. Si tratta di concetti che per i principianti possono rivelarsi di difficile comprensione. Abbiamo deciso di fornire una spiegazione a tali parole, all’interno di una nuova rubrica chiamata il “Dizionario di CORALLI”, che troverete nelle pagine per l’acquariofilo marino principiante.
Buona lettura
Daniel Knop