Coralli Nr.24

NUDIBRANCHI

24

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Nudibranchi

SOMMARIO

  • EDITORIALE
  • LA POSTA DEI LETTORI
  • MAGAZIN
  • A COLLOQUIO CON…
  • RARITÀ
  • REPORTAGE FOTOGRAFICO
    Nudibranchi
    Daniel Knop
  • REPORTAGE
    Nudibranchi
    Kai Vellig
  • REPORTAGE
    La fisiologia dei nudibranchi
    Daniel Knop
  • PRATICA
    La riproduzione del divoratore di Aiptasia
    Berghia verrucicornis
    Antony Calfo
  • PANORAMICA
    I nudibranchi
  • IL POSTER
    Il pesce angelo pigmeo
    (Centropyge loriculus)
    Frank Schneidewind
  • IL VIAGGIO
    Atlantide è riemersa!
    L’acquario più spettacolare del mondo
    Frank Schneidewind
  • AMERICAN REEFKEEPING PERSPECTIVES
    Antony Calfo
  • REPORTAGE
    Nani velenosi:
    le bavose dai denti a sciabola del genere Meiacanthus
    Proff.ssa Dott.ssa Ellen Thaler
  • PRATICA
    Montipora tuberculosa
    Rittratto di un corallo
    Karen e Wolgang Loch
  • REPORTAGE
    Organismi marini al microscopio elettronico a scansione
    Dott. Karl-Heinz Linne von Berg
  • OGNI INIZIO E’ “FACILE”
    Le pagine per l’acquariofilo marino principiante
  • NOVITA’ DAL MERCATO
  • CONSIGLI E TRUCCHI
  • BIBLIOTECA


EDITORIALE

Molti nudibranchi non sono adatti per un mantenimento in acquario. Nonostante questo continuano ad essere presenti nelle vasche dei negozianti specializzati, spesso per caso come passeggeri “clandestini” sul substrato di un corallo. La loro bellezza induce molti acquariofili all’acquisto, in particolar modo quelli meno esperti. Pertanto conoscere il loro modo di vivere e soprattutto quello di alimentarsi è importante per comprendere perché questi coloratissimi molluschi non abbiano quasi alcuna possibilità di sopravvivenza in un acquario di barriera. È altresì essenziale essere a conoscenza del loro effetto tossico, dato che nel volume limitato di un acquario può generare dei problemi. Va inoltre puntualizzato un altro fatto: i nudibranchi che si cibano dei coralli molli sono considerati in acquariologia come “dannosi” ed hanno pertanto una “pessima immagine”. In questa maniera comunque, si fa un torto ad ogni animale. Tutte le creature sotto la protezione dell’uomo possono fare soltanto ciò che corrisponde alle loro caratteristiche naturali, perché tramite queste reagiscono alle condizioni che sono ricreate in acquario. Se manca il nutrimento per il quale gli animali si sono specializzati, allora moriranno. Se invece, come nel caso dei nudibranchi divoratori di coralli il nutrimento è ampiamente disponibile e se mancano addirittura i predatori che in natura hanno portato questi animali a sviluppare un strategia riproduttiva ricca di discendenti, si moltiplicheranno rapidamente, danneggeranno i coralli e si proporranno ben presto quali nostri nuovi nemici. Il problema, in ogni caso, è causato dalle condizioni ambientali artificiali ricreate in acquario, e non dai nudibranchi che si nutrono dei coralli. Se volessimo invece mantenere questi animali in una vasca tematica, nutrendoli con dei coralli molli, allora non sussisterebbero controversie. Nel caso dei nudibranchi Berghia verrucicornis, descritti nel 1864 da A. Costa, fino ad ora nessun acquariofilo si è lamentato della loro voracità. La differenza sostanziale tra questi ed il genere Tritoniopsis consiste nel fatto che divorano gli anemoni di vetro e non gli amati coralli. Nonostante ciò, il solerte divoratore di Aiptasia è poco conosciuto in Europa ed è reperibile solo molto raramente. Per cambiare questo stato di cose, il nostro autore americano Anthony Calfo ne ha portato qualcuno nel vecchio continente, ed è così che la specie viene attualmente riprodotta per diffonderla nel settore dell’acquariologia di barriera. Nel caso non si ottenessero risultati, sono in programma altri tentativi per fare in modo che questi utili animaletti possano diventare disponibili per ogni acquariofilo di barriera ed anche i prezzi calino ad un livello accettabile. Sorprende la capacità dei nudibranchi di imitare esteriormente taluni animali marini velenosi, senza diventarlo loro stessi. Nel caso delle bavose dai denti a sciabola si osserva qualcosa di molto simile, perché anch’esse dispongono di imitatori che copiano un pesce velenoso, nonostante loro stessi siano completamente innocui, sfruttando una qualità che in realtà non posseggono. Questo fenomeno si verifica anche nella comunità umana, perché anche qui esistono degli imitatori che copiano gli altri nella speranza di poter veleggiare più velocemente nella loro scia piuttosto che con le proprie forze. L’imitazione rappresenta la forma più elevata di approvazione, nel regno animale come nella comunità umana. L’acquario al contrario rappresenta molto più di una copia, il superlativo, quello che Sol Kerzner ha creato sulla sua piccola isola privata Paradise Island alle Bahamas, vuole ricordare il regno insulare di Atlantide, del quale parlò il filosofo greco Platone nell’antichità. Ad ogni modo, ha delle qualità del tutto particolari, ed è interessante poter osservare quello che ne deriva, quando un “acquariofilo” dispone di 850 milioni di dollari per soddisfare le proprie mire ludiche, un budget che dovrebbe superare ampiamente quello a disposizione di un comune appassionato, perlomeno nel caso di una stima contenuta.

Buona lettura

Daniel Knop