Coralli Nr.28

PESCI CHIRURGO

28

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Pesci chirurgo

SOMMARIO

  • EDITORIALE
  • LA POSTA DEI LETTORI
  • MAGAZIN
  • A COLLOQUIO CON…
  • RARITÀ
  • REPORTAGE FOTOGRAFICO
    Pesci chirurgo
    Daniel Knop
  • REPORTAGE
    Il comportamento dei banchi di pesci chirurgo
    (Famiglia Acanthuridae)
    Alf Jacob Nilsen
  • REPORTAGE
    La fisiologia dei pesci chirurgo
    Kai Velig
  • REPORTAGE
    Aiuto! Mi prude il pelo
    Il bisogno di pulizia nei pesci corallini
    Prof.ssa Dott.ssa Ellen Thaler e Daniel Knop
  • REPORTAGE
    Alcionidi costruttori di barriera
    Dott Götz e Proff. Dott. Helmuth Schumacher
  • REPORTAGE
    Sostanze nutrienti nell’acquario di barriera, parte 7
    La trasformazione delle sostanze nutrienti nei diversi sistemi di acquario
    Jörg Kokott
  • PANORAMICA
    Sistematica panoramica dei pesci chirurgo
    Kai Velig
  • IL POSTER
    Il granchio pugile
    (Lybia tessellata)
    Daniel Knop
  • IL VIAGGIO
    Un grande istituto nel piccolo principato
    Il Museo Oceanografico di Monaco
    Frank Schneidewind
  • PRATICA
    Pesci chirurgo
    Considerazioni sul mantenimento e sulla conservazione
    in un acquario di barriera
    Prof.ssa Dott.ssa Ellen Thaler
  • AMERICAN REEFKEEPING PERSPECTIVES
    Antony Calfo
  • RITRATTI D’ACQUARIO
    Uno scotto da pagare
    L’acquario di Joseph Uy Jr.
  • OGNI INIZIO E’ “FACILE”
    Le pagine per l’acquariofilo marino principiante
  • NOVITA’ DAL MERCATO
  • CONSIGLI E TRUCCHI

EDITORIALE

Nell’acquariologia di barriera i pesci chirurgo sono straordinariamente popolari. Ciò dipende sicuramente dalle suggestive colorazioni, ma anche dalla caratteristica di nutrirsi talvolta di quelle alghe delle quali noi acquariofili vogliamo liberarci. Inoltre sono quasi sempre “a prova di corallo”. Come detto, quasi sempre, perché esistono delle rare eccezioni. Un esempio: ho assistito personalmente al serio danneggiamento di una estesa colonia di coralli molli Xenia che, per via di un difetto tecnico e senza alcun adattamento, è stata illuminata solamente da deboli lampade fluorescenti blu al posto dell’usuale e potente luce HQI. Il loro metabolismo apparentemente era talmente disturbato da non consentire più la produzione di determinate sostanze inibitrici, normalmente impiegate contro i predatori. Dopo questa fase, i coralli Xenia sono stati divorati da diversi pesci chirurgo con la stessa avidità con la quale si avventavano sulle alghe! Anche settimane o mesi dopo, questi invertebrati non si sono più ripresi, e appena si poneva la grande roccia con i molti coralli molli in un acquario di barriera venivano considerati immediatamente come cibo. I coralli esteriormente continuarono a svilupparsi in maniera completamente normale, ma non ottennero più la capacità di produrre i metaboliti secondari mancanti ed erano pertanto mantenibili in vita solamente in un acquario separato, privo di mangiatori di alghe. Come ho però accennato, si tratta di una eccezione che in natura non si verifica. Se i coralli vengono mantenuti in condizioni idonee, i pesci chirurgo non si cureranno di loro, perché non determinano situazioni artefatte indotte dall’uomo. In ogni caso, queste congiunture particolari possono riguardare direttamente anche i pesci chirurgo, e non solo loro, ma anche altri pesci corallini, come ho avuto modo di vedere con i miei occhi in un labride Napoleone, presso una azienda di esportazione di coralli indonesiana. Veramente si trattava di due labridi ambedue colpiti da nostalgia da contatto, una sorta di “protesi” per il mancato impiego di pesci e gamberetti pulitori. Per un uomo, una esperienza di questo tipo è senza dubbio affascinante come può provare anche questo accadimento, ma per il pesce rappresenta la disperata nostalgia di un servizio che non potrà esserci perché è tenuto isolato. L’isolamento per un animale, che dopo tutto si è adattato alla vita di comunità, è poco edificante. Ad ogni modo questa condizione per gli organismi marini non deve comportare per forza una limitazione della qualità di vita. Un esempio a riguardo ci viene fornito dai rifugi, nei quali si sviluppano molti organismi vegetali e animali che in un comune acquario di barriera normalmente popolato non possiamo quasi mai osservare. Perfino sulle rocce vive, brucate per anni dai pesci chirurgo e da altri erbivori, all’interno del rifugio crescono delle popolazioni di alghe del tutto sorprendenti, spesso di specie mai viste nell’acquario. Provateci, rimarrete sorpresi da quello che si cela in un pezzetto di roccia viva oltre a quello che vediamo all’esterno. Nell’acquariologia di barriera vale sempre la pena di dare una occhiata più ravvicinata, perché gli avvincenti accadimenti non si svolgono solo sullo scenario di ciò che è grande. Minuscoli ghiozzi, lunghi meno di 3 cm, nella vasca di barriera non hanno fino ad ora giocato sostanzialmente alcun ruolo. Tuttavia attraverso il crescente numero di appassionati in nano acquari di barriera si crea il bisogno di questi piccoli gioielli acquariologici, ed è la ragione per cui sono disponibili in commercio con sempre maggiore frequenza. Le esperienze ottenute fino ad ora con tali rarità dimostrano che il loro allevamento è straordinariamente stimolante. Se si allestisce per loro una piccola vasca tematica, forniranno la prova che la conduzione di un acquario marino interessante non costa poi molto, ma al contrario si rivela un hobby veramente conveniente.

Buona lettura
Daniel Knop