ANTENNARIDI
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Antennaridi
SOMMARIO
- 2 EDITORIALE
- 3 LA POSTA DEI LETTORI
- 5 MAGAZIN
- 9 A COLLOQUIO CON…
- 14 RARITA’
- 16 REPORTAGE FOTOGRAFICO
Antennaridi
Frank Schneidewind
- 24 REPORTAGE
I pesci pescatori della famiglia Antennariidae
Frank Schneidewind
- 32 REPORTAGE
Osservazioni comportamentali sugli antennaridi
Scott W. Michael
- 40 PRATICA
Esperienze con gli Antennaridi e considerazioni sul loro mantenimento
Prof.ssa Dott.ssa Ellen Thaler
- 42 PANORAMICA
Panoramica sulla specie:
Antennaridi della famiglia Antennariidae
Frank Schneidewind
- 45 IL POSTER
Il cavalluccio marino di Denise
(Hippocampus denise)
Daniel Knop
- 50 VIAGGIO
Marsa Shagra – Una visita al Mar Rosso
Daniel Knop
- 58 REPORTAGE
Batteri patogeni nell’acquario marino
Parte 2: la contaminazione batterica nei mangimi congelati
Harald Müller e Robert Baur Kruppas
- 62 REPORTAGE
Polipi incrostanti
La tappezzeria dell’acquariofilia di barriera?
Daniel Knop
- 66 REPORTAGE
Perfettamente mimetizzato: un nudibranchio marino sconosciuto
Karen e Wolgang Loch
- 69 PRATICA
I fosfati nell’acquariologia di barriera
Cause ed effetti
Dott. Dieter Brockman
- 74 RITRATTI D’ACQUARIO
La varietà di specie è quello che rende diversa l’acquariologia di barriera
Robert Grismar
- 78 OGNI INIZIO È FACILE
Le pagine per l’acquariofilo marino principiante
- 87 NOVITA’ DAL MERCATO
EDITORIALE
Quasi nessuno tra gli abitanti della barriera corallina ha portato la strategia della mimetizzazione ad una tale perfezione quanto gli antennaridi. Nel reef è certamente più facile travisare uno di questi pesci piuttosto che riuscire a scoprirlo. La maggioranza di essi, quando sono adagiati immobili in un punto e osservano con attenzione l’ambiente circostante, somiglia a delle spugne, dato che manca loro la tipica forma corporea e il colore dei pesci. Perfino quando cambiano posizione non si apprezza quasi mai alcun movimento natatorio, piuttosto si possono osservare questi insoliti animali deambulare al rallentatore sulle loro pinne pettorali diventate simili ad arti. Si potrebbe quasi pensare che si tratti di una spugna con le gambe. Appena iniziano a pescare, cercando di catturare una preda con la loro esca, non è quasi possibile sottrarsi al fascino di queste bizzarre creature. Per tale ragione ce ne siamo occupati approfonditamente, nonostante il loro stile di vita predatorio li renda inadatti ad un acquario di barriera di comunità e molto problematico in un acquario marino, anche per la necessità di una alimentazione in gran parte costituita da cibo vivo. Comunque, non bisogna per forza mantenere ogni animale che per qualche ragione risulta interessante o affascinante. Al contrario, esistono anche abitanti del reef facili da mantenere in acquario ma che tuttavia solo raramente sono presenti nelle nostre vasche. La cosa sorprendente è che il numero di tali organismi pare essere in aumento. I polipi incrostanti costituiscono un esempio a riguardo: solo dieci o quindici anni fa essi facevano parte degli occupanti “standard” di un acquario marino di barriera, mentre oggi, in Europa, solo raramente essi sono presenti in acquario. Lo stesso si può dire per i coralli di molte altre famiglie. Il Dott. Holger Kraus nella sua intervista rilasciata a CORALLI nel nr. 35 ad esempio, ha citato una particolare specie di Xenia che era regolarmente reperibile nel mercato tedesco specializzato ma che poi è praticamente scomparsa dal mercato. Non è accaduto lo stesso con il genere Heteroxenia? Ancora verso la metà degli anni 90’ un esemplare di queste xenie dalla forma a sfera faceva brillare gli occhi degli acquariofili. Oggi questi animali sono diventati praticamente introvabili, perché apparentemente non interessano più a nessuno. Numerosi animali urticanti, mantenibili molto più facilmente dei coralli duri, sono in procinto di sparire da questo hobby, perché il concetto di “acquariologia di barriera” viene associato sempre di più al mantenimento dei coralli duri. In questo modo da un lato perdiamo mentre dall’altro acquistiamo qualcosa in questo hobby. Forse nell’acquariologia di barriera, oltre ai molti altri animali ugualmente diventati rari, dovremmo anche riservare nuovamente uno spazio a questi attraenti polipi incrostanti, e una posizione un po’ più in alto nella scala del gradimento. Solo la varietà di specie rende l’ambiente marino avvincente, come è possibile scoprire da soli durante una visita ai reef corallini del Mar Rosso. Il progresso nell’hobby dell’acquariologia di barriera è certamente basato anche sul rendere mantenibili in acquario un numero sempre crescente di specie, cosa che comporta un costante impegno per non perdere quelle specie il cui mantenimento è già consolidato. Naturalmente non meno importante è mantenere in salute gli animali da acquario. Quanto possano in questo senso rivelarsi decisive, talvolta, le verità acquariologiche più ovvie, come l’accurato risciacquo dei mangimi congelati, lo dimostra un esame delle tracce batteriche presenti in diversi tipi di tali alimenti. Non tutto quello che appare e odora in modo tale da sembrare commestibile lo è poi realmente. La qualità non è una cosa che si può dare per scontata. Una superficialità durante la preparazione dei mangimi può avere effetti drastici, non solo in relazione alla diffusione delle malattie ma anche per un incremento del valore dei fosfati. Una trascuratezza nel risciacquo dei mangimi congelati può quindi danneggiare pesci e coralli in ugual misura, circostanza che dimostra ancora una volta che molti dei segreti degli acquari di barriera di successo, belli e “sani”, non dipendono unicamente dalle conoscenze specifiche e dalle loro applicazioni, ma soprattutto dall’accuratezza e dall’attenzione dimostrata verso i tanti piccoli interventi di manutenzione
Buona lettura
Daniel Knop