FILTRO A LETTO SABBIOSO
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Filtro a letto sabbioso
SOMMARIO
- 2 EDITORIALE
- 4 ITALIANA
- 6 MAGAZIN
- 11 RARITA’
- 13 A COLLOQUIO CON…
- 18 REPORTAGE FOTOGRAFICO
Il filtro a letto di sabbia
Dott. Ronald L. Shimek
- 26 REPORTAGE
Come funziona un filtro a letto di sabbia
Dott. Ronald L. Shimek
- 37 REPORTAGE
Nozioni sul filtro a letto di sabbia
Anthony Calfo
- 44 REPORTAGE
Un verme che pesca con la rete
Dott. Ronald L. Shimek
- 47 IL POSTER
La razza dai punti blu (Taeniura lymma)
Werner Fiedler
- 52 VIAGGIO
Una spedizione verso il reef corallino più meridionale dell’Africa
Heiko Blesin
- 59 PRATICA
Nitrati
Parte 2: Il filtro denitrificatore
Dott. Dieter Brockmann
- 66 REPORTAGE
Comunità ittiche una situazione critica
Prof.ssa Dott.ssa Ellen Thaler
- 73 L’ANGOLO DEL RIPRODUTTORE
Riprodurre con facilità i gamberetti del genere Lysmata
Daniel KNop
- 74 RITRATTI D’ACQUARIO
Una continua ricerca di miglioramento
Joe Burger
- 81 NOVITA’ DAL MERCATO
- 84 OGNI INIZIO E’ FACILE
Le pagine per l’acquariofilo marino principiante
EDITORIALE
Talvolta gli animali che mettono la testa sotto la sabbia sono realmente desiderati. Il filtro a letto di sabbia è uno di questi casi, dato che esso vive di questi organismi (e viceversa), e inoltre può rivelarsi straordinariamente interessante osservarli. Nessuno tra quelli che recentemente, per la realizzazione della foto di copertina, mi hanno visto sdraiato per terra con macchina fotografica e obiettivo macro nel tentativo di riprendere un accumulo brunastro di sedimenti, avrebbe potuto lontanamente supporre quanto mi stessi divertendo. Davanti all’obiettivo si trovava un mucchietto di sedimenti bucherellato come del formaggio svizzero, e da ogni foro mi scrutavano due o quattro occhi. In questa “casa sedimentaria in affitto” vivevano infatti innumerevoli “pulci di mare”, e ognuna di esse stava svolgendo con impegno la propria attività quotidiana, sorprendentemente analoga a quella dei gamberetti pistolero della famiglia Alpheidae: per ore, con l’operosità delle api, nella cavità abitativa si realizzavano lavori di scavo, ed ogni frammento di sedimento che non era gradito veniva sistematicamente rimosso e deposto ad una certa distanza. Chi mi conosce può ben immaginare che non ho potuto fare a meno di riportare dei sedimenti all’interno della cavità per mezzo di una pipetta, non per irritare i crostacei, ma solo per ottenere delle belle fotografie del loro affascinante comportamento. Anche molte settimane dopo essi vivevano ancora nella stessa cavità. Forse noi acquariofili marini dovremmo cercare di godere del fascino della natura anche nel piccolo, perché la vita a queste dimensioni è tanto affascinante quanto quella che si sviluppa a grandezze più apprezzabili, che normalmente ammiriamo nei nostri acquari. In ogni caso vale la pena osservare più attentamente anche le citate grandezze apprezzabili e “normali”, perché quello che si sviluppa in acquario tra i nostri pesci corallini è molto più di un semplice nuotare avanti e indietro. Nell’acquario si sviluppano dei rapporti di potere dalla complessa struttura, e quello che accade quando un pesce corallino dominante viene rimosso da una vasca di barriera potrebbe essere paragonato, cercando di trovare un parallelo nella comunità umana, alle innumerevoli e amare lotte di potere che si sviluppano nei paesi nei quali un regime dittatoriale è stato deposto; purtroppo di esempi ce ne sono certamente abbastanza. Ad ogni modo il concetto di “pesce ornamentale” andrebbe dimenticato, come pure la gestione del mantenimento che richiede la vita degli animali in un “contenitore conservativo”. Attraverso la ricerca comportamentale sappiamo oggi talmente tanto sui nostri ospiti, che riusciamo a formare in maniera mirata una comunità di pesci corallini consona alle specie, con esemplari scelti con cura ed ovviamente in coppia, se questo corrisponde alla loro naturale socialità. In ogni campo nel nostro hobby dell’acquariologia marina è importante continuare nello sviluppo delle conoscenze. Questo vale anche per la provenienza dei nostri animali da acquario. Per via delle sempre più drammatiche variazioni climatiche questi organismi si trovano dinnanzi ad incisivi cambiamenti, ed oggi non è neppure ipotizzabile quali conseguenze avrà la scomparsa dei reef naturali sull’hobby dell’acquariologia di barriera. Chiunque oggi si occupa intensamente della moltiplicazione artificiale dei pesci corallini e dei coralli, sviluppando nuovi metodi o migliorando quelli attualmente disponibili, non fa parte dei pionieri di questo hobby ma probabilmente di quelli che renderanno possibile la sua sopravvivenza. Come acquariofili marini, e questo va puntualizzato, ci troviamo in un momento storico, corrispondente a quello in cui il cacciatore e raccoglitore si è modificato diventando allevatore e coltivatore. L’acquariologia marina in futuro per ragioni ecologiche dovrà confrontarsi con problematiche non risolvibili con scorciatoie a livello nazionale. Per questa ragione lo scambio internazionale di esperienze, conoscenze e idee saranno sempre più importanti in questo hobby. Favorire questo scambio, è stato il nostro obiettivo già sette anni fa quando abbiamo fondato questa rivista. Oltre alle versioni in tedesco, inglese e russo, che raggiunge gli acquariofili nell’Europa dell’est, è stato compiuto un altro passo avanti ed è ora disponibile anche la versione in francese.
Buona lettura