GHIOZZI SIMBIONTI
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Ghiozzi simbionti
SOMMARIO
- 2 EDITORIALE
- 3 REDAZIONE ITALIANA
- 5 MAGAZIN
- 9 RARITA’
- 11 A COLLOQUIO CON…
- 15 MAC NEWS
- 16 REPORTAGE FOTOGRAFICO
Ghiozzi simbionti
Daniel Knop
- 26 REPORTAGE
Ghiozzi “conviventi”
Daniel Knop
- 32 PRATICA
Il mantenimento in acquario dei ghiozzi sentinella con i loro partner
Prof.ssa Dott.ssa Ellen Thaler
- 36 REPORTAGE
I ghiozzi simbionti, i loro partner e le convinzioni sulla simbiosi
Prof.ssa Dott.ssa Ellen Thaler
- 40 PANORAMICA
Ghiozzi sentinella e gamberetti pistolero
Dott. Barbara Schmitz e Daniel Knop
- 43 IL POSTER
La tridacna del diavolo
(Tridacna mbalavuana)
Werner Fiedler
- 48 VIAGGIO
L’isola di Montserrat alle Antille
Fuoco e acqua
Werner Fiedler
- 55 PRATICA
Oligoelementi
Che funzione svolgono realmente?
Dott. Dieter Brockman
- 62 REPORTAGE
Invasione nel reef
I corallimorfari del genere Rhodactis
Dott. Horst Moosleitner
- 65 REPORTAGE
Sulle tracce delle “lumache” alghivore
Karen e Wolfgang Loch
- 67 L’ANGOLO DEL RIPRODUTTORE
La moltiplicazione di Heteroxenia sp.
attraverso lo stadio larvale
Dott. Holger Kraus
- 71 RITRATTI D’ACQUARIO
Una perla dal Belgio
Ron Hessig
- 78 OGNI INIZIO E’ FACILE
Le pagine per l’acquariofilo marino
principiante
- 82 NOVITA’ DAL MERCATO
EDITORIALE
Se esistono veramente dei pesci di fondo, i ghiozzi ne fanno certamente parte. La loro spiccata capacità di adattamento ha creato innumerevoli specie. Una specie dalla livrea rossa e verde particolarmente attraente l’ho scoperta qualche anno fa su una cartolina di natale di una amica ricercatrice comportamentale: si trattava di un “Gobiodon politicus”, il “ghiozzo della coalizione”. Se esistesse davvero potrebbe essere definito il prototipo di quelli simbionti, perché in un certo senso incorporebbe il pensiero dell’unione in un unico pesce, l’endosimbiosi di una specie particolare. Il concetto di “ghiozzo simbionte”, che costituisce l’argomento principale del presente numero di CORALLI, non è del tutto privo di problematiche, perché molte di queste convivenze adottate dai ghiozzi si sono verificate in modo completamente indipendente tra loro, in pesci che non sono strettamente imparentati. In tal senso pertanto, non si tratta di una rilevante categoria tassonomica, ma piuttosto di una sorta di “campana per il formaggio” concettuale, posta sopra una serie di ghiozzi che presentano determinate caratteristiche comportamentali, scientificamente priva di significato ma in sostanza acquariologicamente sensata e legittima. Abbiamo deciso di definire in questo numero il concetto di ghiozzo simbionte in maniera più flessibile, rispetto a quanto avviene solitamente in acquariologia marina, comprendendo anche quelli che sviluppano delle “unioni” con i coralli. Si può estendere il concetto di “unione” fino al punto da includere anche i comportamenti altruistici, come occasionalmente accade nella letteratura specializzata. L’altruismo, infatti, significa favorire il benessere degli altri, come si verifica quando un ghiozzo nutre il proprio gamberetto pistolero, oppure un pesce pagliaccio il proprio anemone di mare. Ma tutto questo andrebbe oltre: i partecipanti a queste unioni animali sono, in fondo, profondamente egoisti. Si deve ringraziare maggiormente il caso se il perseguire i propri interessi possa portare a vantaggi per l’altra specie, inducendo così una relazione simbiotica. Lo stesso vale per l’endosimbiosi tra le diverse specie di coralli e le alghe simbionti unicellulari che vivono nei loro tessuti. Ognuno dei due partner simbionti persegue i propri obiettivi primordiali, e nessuno di essi è effettivamente preoccupato del benessere dell’altro. Basti pensare per un attimo a quanti coralli mantenuti con successo in un acquario di barriera sono in possesso di alghe simbionti, e non è quasi possibile evitare di considerare questi minuscoli dinoflagellati nel tessuto dei nostri coralli come la base della moderna acquariologia di barriera. Senza di essi questo hobby non sarebbe neppure lontanamente quello che oggi é. Lo scienziato che ha descritto queste alghe unicellulari negli anni sessanta come Symbiodinium microadriaticum, l’americano Dott. Hugo FREUDENTHAL, ancora oggi, in età molto avanzata, è attivo e legato alla moderna acquariologia di barriera. L’ho incontrato ad esempio qualche anno fa durante il MACNA (Marine Aquarium Conference of North America). Anche la moltiplicazione sessuale dei coralli attraverso lo stadio larvale viene favorita dalla presenza delle alghe simbionti, nel genere Heteroxenia ad esempio, che è stato riprodotto con successo, come si può leggere in questo numero. Soltanto in pochissimi casi questo è stato fino ad ora possibile in coralli non dotati delle zooxantelle endosimbionti. Il regolare e spontaneo rilascio delle larve da parte dei polipi di Tubastrea sp. nell’acquario di barriera di Daniela Stettler, che sono stato in grado di osservare qualche tempo fa, prova che la riproduzione è ottenibile, ma tali vasche di barriera sono molto rare. Normalmente questo accadimento è osservabile in acquario solo nei coralli che vivono in simbiosi con le zooxantelle, in questo caso si tratta pertanto di scoprire delle nuove frontiere. Lo stesso vale per comprendere l’origine delle pigmentazioni cromatiche dei coralli e soprattutto riguardo all’interrogativo concernente il ruolo degli oligoelementi. Una Seriatopora hystrix di colore marrone scuro, che ho trasferito di recente da un acquario ricco di fosfati in uno che ne era povero, già poche settimane dopo splendeva con dei polipi di color rosa intenso. Che ruolo hanno giocato in tal senso gli oligoelementi? Non lo sappiamo, e dipende da noi acquariofili poter sciogliere questi rebus nel corso del tempo.
Buona lettura…