BALISTIDI
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SOMMARIO
- 2 EDITORIALE
- 3 MAGAZIN
- 6 A COLLOQUIO CON…
- 10 RARITA’
- 12 REPORTAGE FOTOGRAFICO Balistidi Daniel Knop
- 18 PRATICA Oh questi pesci balestra! Prof.ssa Dott.ssa ellen Thaler
- 26 REPORTAGE
La sistematica dei pesci balestra (Famiglia Balistidae)
Inken Krause - 33 PANORAMICA
Una sistematica panoramica dei pesci balestra (Balistidae)
Inken Krause 35 IL POSTER Il corallo solitario ovale
(Rhizotrochus typus)
Daniel Knop - 40 VIAGGIO Il Madagascar
L’isola del tesoro nell’Oceano Indiano
Marlen Hundertmark e Christian Hepperger - 46 REPORTAGE IYOR 2008
L’anno del reef corallino
Dott. Dieter Brockman - 54 PRATICA
Pesci corallini in acquario
No risk, no fun?
Prof.ssa Dott.ssa ellen Thaler - 65 RITRATTI D’ACQUARIO
Alti e bassi
René Vachovec - 70 OGNI INIZIO E’ FACILE
Le pagine per l’acquariofilo marino
Principiante - 73 NOVITA’ DAL MERCATO
EDITORIALE
I balistidi sono considerati soggetti aggressivi, e nella maggior parte delle specie questa caratteristica effettivamente non manca. Spesso si consiglia il loro mantenimento singolo in vasche tematiche, e nel caso di molte specie l’allevamento in acquario andrebbe assolutamente evitato, perché in tal caso l’acquariofilo non potrà riuscire a soddisfare le necessità di questi pesci. Esistono comunque anche delle specie adatte ad una convivenza armonica in un acquario di barriera, se si tengono presenti alcune accortezze per quanto concerne i coabitanti e l’alimentazione. Diversi balistidi diventano molto grandi e durante la fase di crescita devono assumere una enorme quantità di nutrimento, caratteristica che in acquario li rende degli ospiti particolarmente voraci, che impongono le loro necessità. Quando ad un certo punto il loro appetito supera l’istinto comportamentale, allora per i gamberetti pulitori si preannunciano tempi duri. In ogni caso nessun balistide sazio divorerà un gamberetto pulitore! In caso contrario questi laboriosi aiutanti sarebbero già scomparsi in natura. Se questa evenienza si verifica effettivamente in acquario, sarà un evidente segnale di una eccessiva pressione della fame sul pesce, non certo di un comportamento naturale, un indizio che denuncia una alimentazione non consona alla specie.
Tutto ciò porterebbe a riconsiderare nel complesso il mantenimento in acquario dei pesci corallini: niente a questo mondo è così perfetto da non essere migliorabile. La ricercatrice comportamentale Prof.ssa Ellen Thaler si è posta queste domande e non per la prima volta. Il suo articolo, infatti, si rifà ad una pubblicazione comparsa diversi anni or sono sulla rivista DATZ. L’articolo di allora, intitolato “Fishpolemik” (polemica sui pesci), ha prodotto una variegata eco tra i lettori, e anche oggi ci si può aspettare il medesimo risultato. Proprio poco tempo dopo l’anno dei reef corallini, proposto dall’International Coral Reef Initiative (ICRI) e che ha rafforzato in molti casi la considerazione degli ecosistemi marini più ricchi del nostro pianeta, è importante che nell’acquariologia marina ci si comporti in maniera critica verso la pratica di mantenimento. Sono molteplici gli eventi proposti dalle Università e da altre organizzazioni per avvicinare la popolazione all’ambiente del reef corallino e per stimolarne l’entusiasmo nei confronti degli affascinanti organismi che in esso vivono. Noi acquariofili disponiamo già di un’ampia conoscenza di tale ambiente e potemmo prendere spunto da questa tematica per ottimizzare il mantenimento in acquario degli animali corallini. Sono varie le ragioni per le quali in futuro le barriere coralline saranno al centro dell’attenzione più che in passato, non solo per il loro danneggiamento, ma soprattutto a causa del loro crescente sfruttamento da parte della comunità umana, per esempio nel campo della medicina, dove si moltiplicano taluni organismi quale fonte di composti chimici molto efficaci.
Ci sono inoltre così tante cose da scoprire sotto la superficie dell’acqua, per esempio le circa 100.000 montagne subacquee, la maggior parte delle quali pare possedere una comunità vivente simile al reef corallino. Soltanto il cinque percento di queste fino ad ora è stato studiato, e non si sa praticamente nulla sull’importanza che questi ecosistemi hanno per i reef corallini già conosciuti, sviluppando una funzione di base di appoggio nella fluttuazione delle larve. I rilievi sottomarini possono costituire in sostanza una irrinunciabile stazione intermedia per la diffusione delle larve dei reef corallini!