PESCI ANGELO PIGMEI
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Pesci Angelo Pigmei
SOMMARIO
EDITORIALE
- LA POSTA DEI LETTORI
- MAGAZIN
- A COLLOQUIO CON…
- RARITÀ
- REPORTAGE FOTOGRAFICO Pesci angelo pigmei Frank Schneidewind
- REPORTAGE Gioielli nell’acquario di barriera – Pesci Angelo pigmei Frank Schneidewind
- REPORTAGE
Pesci Angelo pigmei
Genere Centropyge
Prof.ssa Dott.ssa Ellen Thaler
- PANORAMICA Pesci Angelo pigmei Sistematica panoramica di Frank Schneidewind
- IL POSTER Il Grande Paguro Rosso (Dardanus calidus) Kai Vellig
- IL VIAGGIO
Proibiti per un quarto di secolo
I reef della costa orientale dello Sri Lanka
Werner Fiedler
- PRATICA
Sostanze nutrienti nell’acquario di barriera
Funzione biologica e trasformazione delle sostanze nutrienti Jörg Kokott
- PRATICA
Riproduzione per via vegetativa degli anemoni a tappeto Daniel Knop
- PRATICA
Contrastare gli Aiptasia nell’acquario di barriera Dott. Holger Kraus e Dott. Patrick Schubert
- AMERICAN REEFKEEPING PERSPECTIVES
Antony Calfo
- OGNI INIZIO E’ “FACILE” Le pagine per l’acquariofilo marino principiante
- CONSIGLI E TRUCCHI
EDITORIALE
“Sovrano di una moltitudine di popoli e re”, è una delle definizioni del termine “imperatore”. È questo, infatti, uno degli appellativi che si attribuisce ai pesci angelo per via della loro regalità. Chi osserva con attenzione uno di questi pesci capirà presto la ragione per l’associazione di nomi: la loro imperturbabile coscienza di sè, l’enorme sovranità e un elevato grado di individualità. Chi ora si attende, nel caso dei pesci angelo pigmei, queste caratteristiche in forma ridotta è sicuramente sulla strada sbagliata.
Nessun pesce chirurgo sarebbe capace anche solo lontanamente di nuotare in maniera tanto dignitosa e maestosa come un Centropyge loricolus o un C. bispinosa. I pesci angelo pigmei sono la prova vivente che nella vita non è sempre una questione di grandezza. Vi si trovano personalità eccentriche, cosicché le caratteristiche di questi pesci dalla magnifica livrea non sono quasi mai uguali tra loro. Se si potessero definire in modo preciso le peculiarità caratteriali di un singolo esemplare della stessa specie di pesci angelo pigmei, sarebbe possibile identificare ogni animale solo attraverso tali descrizioni. In ogni caso, gli elementi distintivi di questi pesci non rendono sempre facile un loro mantenimento in acquario. Quali animali strettamente territoriali non hanno bisogno di molto spazio, circostanza che li rende dei pesci da acquario ideali. La necessità di un territorio però, viene evidenziata con grande perseveranza, senza tenere conto di quanto possa essere caro o raro un compagno di acquario appena introdotto. Nei grandi acquari la situazione è diversa, perché qui gli abitanti si possono evitare con maggiore facilità. In un acquario di grandezza convenzionale può anche accadere che le misure della vasca siano minori della richiesta di territorio di determinati ospiti, tanto da farli apparire aggressivi, perché considerano di loro competenza l’intero spazio disponibile. Si tratta di un problema che nei grandi impianti non si verifica quasi mai. In questi acquari si incontrano altre difficoltà, come dimostra il più grande acquario di barriera del mondo a Townsville in Australia. Come è possibile ad esempio rifornire di calcio e carbonati una vasca di barriera da 2,5 milioni di litri? Come deve essere concepito un reattore di calcio per un acquario del genere? Sono interrogativi che nel caso di una vasca di barriera di grandezza comune non portano quasi mai a notti insonni, ma in impianti di tali dimensioni possono rappresentare una vera sfida. Un ulteriore esempio è dato dall’arricchimento delle sostanze nutritive. Certo nelle grandi vasche non costituisce necessariamente un problema, ma se accade, la cosa diventa sensibilmente più impegnativa, perché un acquario più è grande e più diventa complicato apportare variazioni biologiche. È pertanto importante approfondire le conoscenze sul ruolo delle sostanze nutritive nell’ecosistema di barriera e naturalmente anche nell’acquario. Si scoprono continuamente sempre più relazioni, anche attraverso l’acquariologia, e soprattutto attraverso il contatto tra acquariofili e ricercatori. L’incondizionato scambio di conoscenze ed esperienze tra questi due gruppi è enormemente fruttuoso per tutti gli interessati, e fortunatamente la situazione non è mai stata favorevole quanto oggi. Tra l’altro è a questo stato di cose che si devono gli enormi progressi nell’acquariologia di barriera dei trascorsi due decenni. Le conoscenze relative al ruolo delle sostanze nutrienti non sono importanti solo per la crescita dei coralli duri, perché il loro accumulo nell’acqua dell’acquario può anche contribuire in maniera sensibile alla diffusione e alla riproduzione di organismi fastidiosi e invasivi. Gli errori commessi nel “Management” delle sostanze nutritive di un acquario di barriera, possono riservare spiacevoli piaghe di alghe o preparare il terreno agli anemoni di vetro, richiedendo in seguito drastiche contromisure.
Sorprendentemente la lotta agli anemoni di vetro Aiptasia in un acquario di barriera fa parte ancora oggi dei quesiti più importanti in questo hobby. È tempo quindi di occuparci di tale interrogativo e offrire un concetto veramente pratico per evitare e contrastare una piaga di questi anemoni. È proprio quello che faremo con un articolo diviso in due parti che inizia in questo numero.