Coralli Nr.60 L’alimentazione dei coralli

L’ALIMENTAZIONE DEI CORALLI60

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L’alimentazione dei coralli

SOMMARIO

  • 2 EDITORIALE
  • 3 LA POSTA DEI LETTORI
  • 5 MAGAZIN
  • 7 RARITA’
  • 8 A COLLOQUIO CON
  • 12 REPORTAGE FOTOGRAFICO
    Pesci palla
    Daniel Knop
  • 20 REPORTAGE
    Il comportamento del poco noto pesce palla leopardo ( Canthigaster leoparda )
    Proff.ssa Dott.ssa Ellen Thaler
  • 24 PRATICA
    Il mantenimento in acquario dei pesci palla
    Proff.ssa Dott.ssa Ellen Thaler
  • 30 REPORTAGE La sistematica dei pesci palla (Canthigasterinae)
    Inken Krause
  • 32 PANORAMICA I pesci palla in mare e in acquario
    Inken Krause
  • 35 POSTER
    Il gamberetto simbionte di Holthuis
    ( Periclimenes holthuisi )
    Daniel Knop
  • 40 VIAGGIO
    Il paese delle creature – Lo Stretto di Lembeh
    Werner Fiedler
  • 46 REPORTAGE
    Invertebrati sottoposti a colorazione per l’acquariologia marina
    Daniel Knop
  • 53 REPORTAGE
    La cattura degli squali in Germania Parte 1
    Silvio Heidler
  • 56 REPORTAGE Un macigno di pesce pietra Esperimenti fisiologici con il vero pesce pietra ( Synanceia verrucosa )
    Dott. Andreas Kunzman e Stephanie Brohl
  • 59 RITRATTI D’ACQUARIO
    La mia vita da ieri fino ad oggi
    Acquario di Dieter Rossig
  • 63 OGNI INIZIO E’ FACILE
    Le pagine per l’acquariofilo marino principiante
  • 67 NOVITA’ DAL MERCATO

EDITORIALE

Dopo tutto è un peccato, sembrava essere tutto così semplice: “i coralli zooxantellati vivono di luce e non hanno bisogno di alcun nutrimento planctonico”. Ma le cose non paiono essere così semplici. Naturalmente i coralli simbionti, in un acquario di barriera correttamente illuminato, possono vivere senza una alimentazione supplementare, su questo non c’è dubbio; tutti noi conosciamo le foreste di Nephtheidi e gli enormi esemplari di Sarcophyton di alcuni acquari. Ma la luce è veramente tutto quello di cui hanno bisogno? Se fosse così, perché la riproduzione sessuale in acquario di questi coralli costituisce una eccezione? La produzione di gameti per la riproduzione sessuale consuma una enorme quantità di energia ed è qualcosa che, per il mantenimento delle funzioni vitali di un corallo, si rivela sostanzialmente superfluo. Se pertanto in acquario i coralli rinunciano in sequenza a questa naturale attività, allora la si potrebbe interpretare come l’indicazione di una carenza energetica, anche nel caso di quegli zooxantellati che appaiono in salute e crescono magnificamente. Quanto espresso ora rappresenta un approccio cognitivo, e più ci si occupa delle attuali conoscenze degli specialisti dei coralli, tanto più probabile appare che anche i coralli zooxantellati molli per uno sviluppo normale in acquario hanno bisogno di qualcosa in più della sola luce. In particolare nel caso dei coralli azooxantellati, i successi di mantenimento in acquario sono fino ad oggi ancora piuttosto carenti, e l’ottimizzazione dell’alimentazione sembra costituire la chiave per un definitivo progresso. In tal senso, è certamente possibile effettuare notevoli passi avanti nell’acquariologia marina, dato che sussiste un vasto campo da esplorare. Il tempo, inoltre, preme affinché vengano elaborate maggiori conoscenze circa la fisiologia dei coralli, perché i reef del mondo sono più che mai in regresso. Come spesso mi è stato anticipato dai biologi marini durante un viaggio in Asia, anche il 2010 è stato un “anno del Niño”, e già a febbraio ci furono avvisaglie con forte riscaldamento. Anche l’inverno estremamente freddo in Europa e Nord America viene discusso dagli esperti come un effetto collaterale di El Niño. La comparsa sempre più frequente di variazioni di questa corrente nel sistema meteorologico oceanico del Pacifico equatoriale eserciterà senza alcun dubbio in futuro una maggiore pressione sui reef corallini del mondo. Dovremmo pertanto prendere in seria considerazione le preoccupazioni dei biologi marini come il dott. Ove Hoegh-Guldberg, che in questo numero di CORALLI si esprime circa le cause e gli effetti dannosi per i reef, anche se gli esperti fino ad ora non hanno ancora pronosticato effetti eccessivamente rilevanti dovuti all’ultimo fenomeno del Niño. Nei prossimi mesi, comunque, avremo maggiori informazioni sui possibili danni causati da un nuovo sbiancamento. In relazione ai reef corallini tropicali viviamo in un tempo destinato a non essere superato da molte specie che vi vivono, basti pensare alle grandi tridacne Tridacnidae ; nel 1988 a Palawan (Filippine) per ogni ettaro di reef corallino furono contati 3.357 esemplari, ma nel frattempo essi si sono ridotti solo a undici. Nel reef vivono ancora innumerevoli specie sconosciute; come esempio può servire il corallo nella foto di fondo della copertina, la cui prima descrizione scientifica è attualmente in corso. Come nel caso della foresta pluviale tropicale, l’innaturale e rapida scomparsa delle singole specie ha avuto inizio anche qui già da tempo. Sono pertanto felice che, durante i due decenni trascorsi, in tutto il mondo si sia sviluppato tra i profani in biologia un grande interesse per la varietà specifica marina e l’affascinante ecosistema della barriera corallina, in particolare nel campo dell’acquariologia marina. Lo specchio di questa sete di conoscenze è anche la disponibilità di questa e di altre pubblicazioni specializzate nel frattempo disponibili, che testimoniano l’enorme crescita delle conoscenze di questo settore. Oggi sono numerose le persone ad avere molte più nozioni sulla biologia e l’ecologia dei reef corallini rispetto a soli pochi anni fa. Personalmente spero che gli ecosistemi di barriera possano in qualche modo trarne profitto. Forse dopotutto qualcosa nella vita si rivela più semplice…

Buona lettura