OLIGOELEMENTI
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Oligoelementi
SOMMARIO
- 2 EDITORIALE
- 3 MAGAZIN
- 7 A COLLOQUIO CON
- 11 RARITA’
- 12 REPORTAGE FOTOGRAFICO
Oligoelementi
Daniel Knop - 18 REPORTAGE
Cosa sono gli oligoelementi
Dott. Dieter Brockmann - 22 REPORTAGE
Carenza di oligoelementi in un acquario di barriera
Dott. Dieter Brockmann - 28 REPORTAGE
Oligoelementi: Fatti e relazioni Lo stato attuale delle conoscenze nella ricerca
Hans Werner Balling - 38 REPORTAGE Il controllo degli oligoelementi nell’acquariologia marina
Dott. Dieter Brockmann - 41 POSTER
Lo stolonifero verde
( Clavularia viridis )
Daniel Knop - 46 VIAGGIO
Esperienze nella zona delle mangrovie
Dieter Heimig - 52 REPORTAGE
I trucchi segreti del granchio pugile
Sylvia Wiemann - 56 REPORTAGE
„Eccomi adesso qui, povero stolto e tanto so quanto sapevo prima“
Proff.ssa Dott.ssa Ellen Thaler - 62 RITRATTI D’ACQUARIO
Abitazioni da sogno
Acquario di Stefan Ebert - 66 OGNI INIZIO E’ FACILE Le pagine per l’acquariofilo marino principiante
- 69 BIBLIOTECA
- 71 NOVITA’ DAL MERCATO
EDITORIALE
Anche se la scienza non è ancora riuscita a trovare un significato biologico per tutti gli oligoelementi del mondo animale nei mari del mondo, in teoria ogni sostanza minerale contenuta nell’acqua marina detiene il potenziale di essere in qualche modo utile o addirittura importante. Per noi acquariofili corallini con la conoscenza relativa all’importanza degli oligoelementi per la crescita dei coralli, ha avuto inizio una nuova epoca. Persino per quegli organismi, il cui mantenimento ci riserva oggi ancora delle difficoltà (come per esempio le ascidie di mare), una parte della soluzione potrebbe risiedere nell’apporto degli elementi minerali. Tutto ciò è stato per noi un motivo per occuparci dell’interrogativo di quali oligoelementi siano necessari ad un acquario di barriera e come siano meglio misurabili e dosabili. In ogni caso, non tutto quello che troviamo nell’acqua di mare è anche desiderabile. Il petrolio, ad esempio. L’affondamento della piattaforma di perforazione “Deepwater Horizon” nel Golfo del Messico ha causato una conseguente perdita sollevando un polverone nella stampa di tutto il mondo. Da un punto di vista globale, però, si verificano innumerevoli perdite durante le perforazioni petrolifere, delle quali l’opinione pubblica non è quasi mai a conoscenza. Un esempio è costituito dalla perdita di gas metano nel Mare del Nord, che qualche tempo fa è stata esaminata per mezzo del batiscafo da ricerca “Jago”: sono già 20 anni che questo gas dannoso per il clima fuoriesce senza interruzione finendo nell’atmosfera, senza che sia effettivamente stata cercata una soluzione al problema. In tal senso, questo accadimento non rappresenta un caso eccezionale: soltanto nel Regno Unito durante il 2009 si sono verificati nel complesso 85 grandi perdite di petrolio, come è stato rilevato dalle autorità di controllo HSE. Purtroppo, forse per via della pressione dell’opinione pubblica, gli sforzi per chiudere tali perdite rimangono in larga parte limitati. I pesci colorati sono pesci felici? Spesso è proprio il contrario. I colori della maggior parte dei pesci corallini sono tutt’altro che immutabili. Sono anzi l’espressione per la motivazione e lo stato d’animo. E quando si sentono meno a loro agio, i pesci corallini sono spesso più colorati, per esempio nelle vasche di vendita, dove manca forse loro la possibilità di nascondersi, per sottrarsi allo sguardo delle persone. Io stesso ho dovuto prima impararlo, quando mostrai con fierezza le immagini di alcuni pesci damigella magnificamente colorati o di un pesce angelo pigmeo in una vasca di vendita di un negoziante alla ricercatrice comportamentale Prof.ssa Dott.ssa Ellen Thaler. Mi ricordo perfettamente delle sue indicazioni, con l’avvertimento che in questo caso si trattava di colori indotti dallo stress. Queste foto di pesci stressati finiscono con troppa facilità nei libri di identificazione diventando immagini ideali per ciascuna specie -tanto più colorato tanto più bello. Un pesce normalmente colorato privo di stress è spesso molto meno vistoso e talvolta in questo caso si pensa che si tratti di una specie completamente diversa. Per questa ragione la redazione della rivista ha deciso di occuparsi più esaustivamente della variabilità cromatica nei pesci corallini, che sono già stati trattati dai tassonomi, evidenziandola attraverso degli esempi. Più complicata della determinazione specifica dei pesci risulta quella della maggior parte dei coralli. Alcuni sono facilmente riconoscibili per via di talune tipiche caratteristiche. Nel caso di svariati coralli duri, stabilire il genere di corallo che si ha di fronte può costituire tuttavia un problema di difficile soluzione per i meno esperti, in quanto presuppone, in effetti, una conoscenza globale della sistematica e della tassonomia. Il fatto che per un profano poco esperto sia possibile arrivare alla meta attraverso una scorciatoia è stato dimostrato da Russell Kelley. Ve lo presentiamo, con il suo dirompente metodo di determinazione, nell’intervista, come pure nella “Biblioteca”.
Buona lettura