Tridacna costata
Descrizione: Lunghezza fino a 35 cm, nella sua colorazione domina il poco vistoso marrone.
Caratteristiche: 5 – 6 pieghe verticali vistosamente sporgenti nel guscio, lungo il bordo superiore sono presenti delle lunghe appendici simili ad una dentatura. Il guscio mostra delle scaglie lunghe e disposte in modo fitto, il mantello evidenzia delle asperità somiglianti a verruche.
Mantenimento in acquario: Tridacna. costata è stata scoperta, come terza tridacna del Mar Rosso, solo da pochi anni. Fino ad oggi non sono disponibili esperienze sul suo mantenimento in acquario. Dato che questa conchiglia occupa l’habitat nel quale vivono Tridacna maxima e nel Pacifico occidentale Tridacna crocea, si può supporre che le indicazioni per il mantenimento di queste specie valgano anche per essa. L’illuminazione non dovrebbe discostarsi troppo dalla luce diurna (6.000 K), mentre valori Kelvin particolarmente elevati non corrispondono a quelli presenti nel suo ambiente naturale.
Tridacna crocea
Descrizione: Lunghezza 15 cm, colorazione variabile, disegno molti vario.
Caratteristiche: Guscio spesso, pesante e privo di scaglie con una fine struttura di scanalature. Apertura del bisso molto grande. Sono presenti tentacoli nell’apertura di ingresso.
Mantenimento in acquario: Tridacna crocea viene spesso offerta nel commercio acquariologico specializzato, ma nonostante questo non è la specie di tridacna più facile da tenere. Questo potrebbe dipendere, tra l’altro, dal fatto che in acquario viene praticamente sempre mantenuta senza il “mantello calcareo”, che possiede in natura, perché questa specie, quasi senza eccezione, vive inserita nel fondale calcareo o nello scheletro dei coralli. Questa dovrebbe essere una delle ragioni per la quale, nel caso di Tridacna crocea, si osserva più spesso che per tutte le altre specie, il “comportamento di fuga” . La conchiglia si libera del suo fissaggio al fondale attraverso il bisso, e cerca, per mezzo di ripetute chiusure del guscio, e con movimenti a leva del suo piede, che estende attraverso l’apertura del bisso, di lasciare la sua collocazione. Questo comportamento può indicare soltanto la mancanza di una situazione di benessere. Per via dell’adattamento alla zona di acque basse dell’area costiera, la specie è relativamente tollerante verso le fluttuazioni di densità e temperatura, ed è la meno dipendente dal nutrimento fluttuante. Necessità di una intensa illuminazione con uno spettro a luce diurna completo (circa 6.000 K).
Tridacna derasa
Descrizione: Lunghezza fino a 65 cm, colorazione variabile, striatura giallo dorata (parallela al bordo del guscio, “circolare”) su fondo marrone, spesso è presente una sottile bordatura lungo il bordo del mantello.
Caratteristiche: Il guscio è privo di scaglie con cinque o sei pieghe verticali moderatamente sporgenti, una fitta chiusura del guscio sul bordo superiore, in alcune varianti locali (allevamenti nel Pacifico meridionale) sono presenti delle macchie bianche prive di zooxantelle nel terzo esterno del mantello. Sono presenti tentacoli nell’apertura di ingresso.
Mantenimento in acquario: Tridacna derasa fa parte delle tridacne un po’ più delicate. L’anatomia delle sue branchie non le consente di svilupparsi in zone molto ricche di sedimenti. In caso di sostanze intorbidenti in sospensione (ad esempio durante un “rimescolamento” del materiale di fondo in acquario) le branche possono letteralmente otturarsi, provocando il soffocamento dell’animale. Per questa ragione, nel caso di un intervento del genere nella vasca, bisognerebbe provvisoriamente toglierla dall’acquario e ricollocarvela quando l’acqua è tornata limpida. Per quanto concerne l’illuminazione la specie è relativamente capace di adattarsi. Sono preferibili intensità di illuminazione da moderate ad elevate, colore della luce diurna (6.000 K) con una moderata presenza di blu (ad esempio 14.000 K).
Parte 1