Il miglior acquario marino rimane sempre un acquario, con tutte le limitazioni che comporta. Nel migliore dei casi offre ai suoi abitanti un ambiente che si avvicina molto a quello naturale illudendo l’osservatore di ammirare un pezzo di natura, disturbato solo da poche attrezzature tecniche. Quando si guarda al suo interno, ci si sente come in vacanza, durante una immersione tra i reef corallini. Perché avviene questo? Quello che l’osservatore si perde, o meglio in questo caso non si perde, sono le apparecchiature tecniche. In particolare però i pesci hanno esattamente lo stesso aspetto che mostrano ai subacquei che si immergono nella barriera corallina: sono grandi, con il ventre rotondo e consapevoli. Poi i coralli: Acropora, Montipora e altri “coralli alla moda” in questo caso non sono quasi presenti. Al loro posto ci sono animali urticanti che alla maggior parte degli acquariofili riservano notti insonni: gorgonie azooxantellate, colorate e dalla bizzarra bellezza, che generalmente vengono considerate non mantenibili.

Struttura e decorazione

Vista frontale e laterale.

Il nostro appassionato non è solo un perfezionista, ma è anche alquanto tecnocrate, e lo si comprende dal suo acquario, o meglio non lo si vede! La sua filosofia acquariologica la si riconosce dai fatti che non si avvertono, nonostante siano presenti. Tutto qui è perfettamente progettato e realizzato da solo con molta perizia. Soprattutto però è molto ben nascosto. Immediatamente si capisce che questa non è la sua prima vasca di barriera, ma che sono stati necessari anni di esperienza con moltissimi acquari marini. La struttura della decorazione rocciosa non è convenzionale ma semplice: le due lastre posteriori della vasca sono coperte da una parete ceramica di sfondo, che ricopre il vano di tracimazione e di riflusso della pompa e che inoltre offre un substrato colonizzabile agli invertebrati sessili. Al contempo nasconde però il complesso sistema di tubazioni, che consente una naturale circolazione di fondo. In maniera del tutto diversa da quanto avviene solitamente nell’acquariologia di barriera, si è rinunciato quasi completamente alla sabbia corallina sul fondo, ad eccezione di un angolo con sabbia fine che serve come luogo di riposo ai labridi. È stata invece utilizzata una speciale schiuma colorata di scuro con la polvere di carbone allo scopo di riprodurre la superficie rocciosa della piattaforma corallina, un processo enormemente impegnativo e che allo stato grezzo non appare molto promettente. È sorprendente però la rapidità con la quale questo materiale si ricopre di alghe calcaree rosse. Per quanto possa apparire inizialmente orrendo, dopo pochi mesi crea la perfetta impressione della roccia corallina. Unitamente a questa preferenza nell’allestimento, tale tipo di decorazione ha soprattutto un effetto positivo sull’ecologia dell’acquario: dove non c’è sabbia non si raccolgono detriti, e dove non sono presenti detriti non si sollevano neppure particelle fluttuanti. Anche la riduzione dell’immagazzinamento dei fosfati è un aspetto non trascurabile, specialmente negli acquari dove viene utilizzata una estrema quantità di mangimi. La struttura del reef consiste solo di 10 Kg di rocce vive molto porose. Il reef vero e proprio viene realizzato dai coralli.

Gli animali

Vista laterale.

I coralli azooxantellati, soprattutto gorgonacei e coralli molli (vedi lista delle specie), sono il “cavallo di battaglia” di questo acquario. Lo scopo che ci si è dato è il soddisfacimento delle loro necessità, pertanto sono predominanti e vengono completati soltanto da pochi coralli molli, alcionidi e gorgonacei zooxantellati. Si muovono nella corrente, alcuni aprono i loro pori solo di notte, altri soltanto di giorno, e in questo modo questo giardino corallino appare molto più vivo e naturale rispetto a quanto possa avvenire in un acquario di coralli duri. La popolazione dei pesci è adeguata alla grandezza dell’acquario e consiste solo in poche specie, che vengono mantenute in coppia o in gruppo. Tutti, a causa della buona alimentazione, mostrano una forma corporea arrotondata, e diversi (per esempio Zoramia leptacantha, Pterapogon kauderni) attestano il loro benessere attraverso il regolare corteggiamento e la deposizione delle uova.

Tecnica acquariologica

Vista trasversale dal lato.

La popolazione animale sopra presentata, e la somministrazione di cibo correlata, rendono necessario un trattamento dell’acqua molto efficace. Il nucleo della tecnica filtrante consiste in uno speciale schiumatoio, un apparecchio qualche anno fa in parte ancora sconosciuto, ma che tra gli appassionati ambiziosi si è diffuso velocemente e che pare avere un’ottima resa. L’aggiunta di ozono e l’impiego di carbone attivo e adsorbitori di fosfati evitano l’arricchimento delle sostanze ingiallenti e dei fosfati. Trovano impiego soprattutto adsorbitori per fosfati a base di ossido di alluminio, che rispetto ai comuni adsorbitori per ferro hanno il vantaggio di legare anche i composti organici come le citate sostanze ingiallenti. Una elevata qualità dell’acqua è il presupposto per il mantenimento dei coralli azooxantellati, dato che molti, già con un ridotto carico organico, evidenziano un vistoso malessere. È affascinante la disposizione della tecnica per la circolazione in questo acquario da 500 litri. Riguardo alla regola empirica, che consiglia soltanto una circolazione pari a dieci volte il volume della vasca per ora, in questo caso  non si può che sorridere. I coralli azooxantellati, vale a dire le specie che non vivono attraverso la fotosintesi, ma esclusivamente cibandosi del plancton, amano una intensa circolazione, perché questa apporta il nutrimento. Per questa ragione le pompe di movimento e la “Wavebox” provocano una circolazione del contenuto dell’acquario di circa 120 volte l’ora, per la creazione di un intenso ma morbido quadro circolatorio, come avviene nel reef corallino. La movimentazione dell’acqua alla fine ha così una apparenza naturale, anche perché una parte della corrente avviene attraverso una tubazione in prossimità del fondo e perché le pompe di movimento, contrariamente a quanto avviene di consueto, non sono installate solo nel terzo superiore dell’acquario. Il benessere delle gorgonie e dei coralli molli pertanto è garantito. L’estetica, inoltre, soffrirebbe nel caso di una diretta installazione nella vasca delle pompe di circolazione. La “Wavebox” è stata pertanto integrata nella parete di sfondo in ceramica. Anche nell’illuminazione sono state percorse vie inconsuete. Normalmente gli acquariofili tendono a sostituire la loro tecnica di illuminazione, a intervalli più o meno regolari, con lampade dalla resa maggiore. In questo caso avviene il contrario: l’intensa illuminazione mista delle lampade HQI e di quelle T5 per la maggior parte dei coralli non fotosintetici era sovradimensionata. Dato che inoltre consumavano una notevole quantità di energia, sono state sostituite da lampade T5 con una resa sensibilmente inferiore, e tutto cresce meglio di prima.

L’alimentazione dei coralli non fotosintetici

Uno sguardo nel vano tecnico sotto all’acquario.

Solo pochi acquariofili si avventurano nel mantenimento dei coralli azooxantellati, ed è una fortuna, dato che nella stragrande maggioranza dei casi sono destinati a fallire. Inizialmente tutto sembra semplice: gli animali che non espletano la fotosintesi devono essere nutriti. Quello che per i pesci è ovvio dovrebbe avvenire anche per i coralli, visto che in commercio sono ora disponibili una moltitudine di prodotti adatti all’alimentazione di questi animali. Ma non è tutto oro quello che luccica, e pertanto alcune delle polverine o gocce contribuiscono perlopiù a fornire agli organismi zooxantellati un alimento aggiuntivo oppure stimolano quelli azooxantellati ad una breve espansione dei polipi, ma spesso non sono in grado di mantenere le loro promesse, vale a dire nutrirli in modo permanente. Anche in questo caso non è stata trovata la ricetta da brevettare per il mangime dei coralli azooxantellati, ma attraverso tentativi e sbagli si sono evidenziati alcuni prodotti che, nella loro resa complessiva, aprono a possibilità del tutto nuove. Provengono principalmente dall’assortimento di una azienda che si è specializzata nell’alimentazione degli organismi non fotosintetici. Il suo principio di somministrazione si basa sul fatto che non è sufficiente avvalersi per la nutrizione di particelle dalla grandezza adeguata, ma queste devono anche essere utilizzabili dai coralli. Per questa ragione, seguendo le condizioni nei reef corallini naturali, è stata sviluppata una “sostanza vischiosa corallina artificiale” (Ultrapac), che lega le particelle nutritive fini semplificandone l’assunzione da parte del polipo dei coralli. Una volta ottenuta una miscela di mangimi qualitativamente adeguata (vedi scheda tecnica), l’ostacolo successivo sta nella quantità del nutrimento disponibile. I coralli azooxantellati nei reef corallini naturali si insediano in punti nei quali hanno un apporto di placton continuo permanente, soprattutto durante la notte. Con una somministrazione di una o due volte al giorno questa condizione non è riproducibile in acquario. La diffusa e breve “nebulizzazione” dei coralli con mangimi fluttuanti conduce spesso a reazioni negative, e i polipi, a causa dell’eccessiva densità di particelle, si ritirano. “Automatizzazione” è la parola magica, se si vuole fornire agli animali una costante e minima somministrazione di alimento suddiviso per tutto il giorno. In questo acquario viene dosata dosa una miscela di cibo per coralli, composta dalla “sostanza vischiosa” citata e da diversi componenti secchi, ogni due ore per mezzo di una speciale mangiatoia, realizzata con l’ausilio di una comune pompa dosatrice. In aggiunta, tre volte al giorno, viene dosata per mezzo di una comune mangiatoia un’altra miscela di vari mangimi polverizzati. Questo apporto intensivo costante unito all’eccellente trattamento dell’acqua e alla forte circolazione è sicuramente la chiave per l’insolito successo nel mantenimento di questi animali.

Problemi

La mangiatoia automatica costruita in proprio che fornisce permanentemente uno speciale mangime ai coralli.

Probabilmente nessuno può affermare di occuparsi di acquariologia marina senza mai incontrare problemi. Il mantenimento in salotto della vita marina spesso non è altro che una alternanza di successi e delusioni. Per farla breve i problemi esistono quindi anche in questa vasca. Uno si chiama Apogon parvulus. Questo minuscolo pesce cardinale pochi anni fa è arrivato per la prima volta in commercio e fino ad oggi è quasi sconosciuto nel mondo dell’acquariologia. E sarebbe stato meglio se fosse rimasto tale, nonostante la specie dia inizialmente l’impressione di essere perfettamente adatta al mantenimento in acquario. Apogon parvulus, come molti pesci cardinale, forma grandi gruppi e, dato che questa specie raggiunge una grandezza di pochi centimetri, poteva diventare un perfetto pesce di banco per piccoli acquari. I fatti sono però diversi: gli animali sono enormemente sensibili al trasporto e, quali planctivori puri con una elevata necessità energetica, perfino con abbondanti somministrazioni di cibo non sono sufficientemente alimentabili, nonostante assumano rapidamente i mangimi sostitutivi. Si tratta di una circostanza che anche il nostro acquariofilo ha dovuto dolorosamente verificare. Malgrado il grande impegno i suoi 20 esemplari scomparvero, e alla fine si convinse che questi animali non erano mantenibili in acquario con le attuali possibilità. Un aspetto triste della storia dell’acquario, che però non si è voluto in nessun caso nascondere, allo scopo di sconsigliare i tentativi di mantenimento di questi pesci ed evitare ulteriori importazioni di tali animali così delicati. Anche nel caso dei coralli sensibili in passato si sono avute perdite, in prevalenza causate da danneggiamenti non riconosciuti o da parassiti. Nel frattempo è maturata un’ottima conoscenza riguardo a questi problematici animali. Durante le sue incursioni nei negozi specializzati il nostro appassionato rinuncia all’acquisto di esemplari che non sono in condizioni ottimali. I coralli azooxantellati feriti solo di rado si riprendono, anche se superficialmente appaiono ancora vitali. Conclusione Ancora una volta una vasca che dimostra come un acquario non debba essere grande per togliere il respiro agli ammiratori. In questo caso impressionano gli insoliti animali, la decorazione e la raffinata idea complessiva, che su larga scala sarebbe difficile applicare. È quasi incredibile che questo acquario con neppure due anni di esistenza sia ancora molto giovane, perché trasmette l’impressione di un biotopo sano avviato ormai da molti anni. Sicuramente le nozioni di biologia e chimica, che il conduttore quale geologo possiede, sono una parte del suo successo: altri componenti sono la determinazione nel raggiungimento degli obiettivi, l’accurato mantenimento e soprattutto la passione per gli esseri viventi del mare.

SCHEDA TECNICA

Grandezza, volume esistenza: 90 x 80 x 70 cm, 500 l, aprile 2007.

Coralli azooxantellati: Swiftia exserta, Menella, Dendronephthya, Scleronephthya, Umbellulifera, Stereonephthya, Didogorgia (rossa e gialla), Viminella, Junceella, Echinomuricea, Echinogorgia.

Animali urticanti zooxamtellati: Xenia, Inopia, Pseudopterogorgia, Isis, Plexauriella, diversi corallimorfari e polipi incrostanti.

Invertebrati non sessili: Dolabella auricula, Mespilia globulus, 30 paguri eremita, lumache, 5 Lysmata wurdemanni.

Pesci: 6 Zoramia leptacantha, 4 Pterapogon kauderni (2 coppie), 2 Amblygobius phalaena, Chelmon rostratus, Chaetodon cleinii, Zebrasoma xanthurum, Ecsenius midas, Salarius ramosus, 2 Macropharyngodon bipartitus.

Decorazione: principalmente ceramica di barriera (realizzazione su misura della ditta Korallenwelt), fondo rivestito con schiuma PU, 10 Kg di rocce vive.

Illuminazione: 8 x T5 24W (in precedenza: 1 x HQI, 400 W + 4 x T5, 24 W).

Circolazione dell’acqua: 2 Tunze Stream, ciascuna da 20.000 l/h, Tunze Wavebox, Red Dragon 6.500 (Riflusso e corrente di fondo).

Trattamento dell’acqua: Schiumatoio Zinn “Cyclon”, filtro per fosfati (con Fauna Marin “Ultraphos”), filtro a carbone attivo, 40 mg di ozono attraverso lo schiumatoio, ovatta filtrante, automatismo di riempimento (auto costruito).

Apporto di minerali, manutenzione: settimanalmente cambio dell’acqua parziale del 10 % con Sali variabili, aggiunta di Tropic Marin Reef Activ.

Alimentazione degli invertebrati: sostanza vischiosa alimentare attraverso una pompa dosatrice Aqua Medic (Prodotti Fauna Marin: Ultra Sea Fan, UltraminF, UltraminS, Ultraclam, Ultralive, Ultrapac) ogni due ore, in aggiunta tre volte al giorno pellets e Mysis congelati, come pure tre volte al giorno diversi tipi di mangime in polvere e “Cyclop-eeze” per mezzo di una mangiatoia Eheim Twin.

Alimentazione dei pesci: tre volte al giorno mangime congelato (miscela propria: Artemia, Mysis, Kryll, plancton rosso, uova di aragosta, uova di pesce, calamari, molluschi, polpa di pesce e vitamine).