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CORALLI 15 Free ONLINE | 2019                                                              Rarità | 15


          Il pesce angelo pigmeo giallo  – Centropyge heraldi „woodheadi“
          Questo pesce angelo pigmeo, diffuso soprattutto alle isole Figi, Tonga, Samoa,
          Tahaiti come pure intorno alle Salomone e alle Marshall, negli acquari di barriera
          compare solo eccezionalmente. Gli acquariofili avranno già ravvisato la somigli-
          anza di Centropyge “woodheadi” con la più popolare specie C. heraldi. Centro-
          pyge “woodheadi” se ne differenzia solo grazie all’ampia banda nera nella parte
          terminale della pinna dorsale. Questa osservazione è esattissima: nel 2000 dei
          ricercatori hanno appurato che gli animali con il disegno nero in apparenza erano
          solo giovani esemplari della specie completamente gialla C. heraldi. Centropyge
          “woodheadi” quindi non esiste ed è soltanto un sinonimo che indica esemplari
          di C. heraldi con la colorazione giovanile. Tutto questo però non toglie nulla alla
          bellezza di questi pesci angelo pigmei! Visto e fotografato presso “Reef Corner”
                                                                                                   Foto: D. Schauer
          (Belgio).

          I cavallucci marini di Barbour  – Hippocampus barbouri
          Questi cavallucci marini non sono una rarità
          nel vero senso della parola, dato che già da
          anni vengono mantenuti con relativa regolarità
          negli acquari. Hippocampus barbouri è però
          molto  ambito  dagli  acquariofili  perché  gli
          esemplari di riproduzione, a confronto con
          altre specie (ad esempio H. reidi), sono dispo-
          nibili solo di rado. Gli esemplari selvaggi di cat-
          tura, a causa dell’obbligo di CITES, valevole
          per i cavallucci marini, vengono importati solo
          raramente e ad alto prezzo oppure a volte
          contrabbandati. Dato che l’ultima condizione
          è  inaccettabile,  sono  molto  felice  che  di
          recente siano stati resi disponibili degli esem-
          plari  di  riproduzione  presso  lo  specialista
                                                                                                   Foto: I. Krause
          “Mrutzek Meeresaquaristik”, che sicuramente
          provenivano da genitori importati legalmente con la documentazione CITES. Dato che H. barbouri raggiunge una lunghezza corporea
          massima di 15 cm, ed è pertanto un cavalluccio marino piuttosto piccolo, ma che in rapporto genera giovani alquanto grandi e per-
          tanto facili da allevare, è più adatto al mantenimento in acquario rispetto ad altre specie.


          Dendrophyllia arbuscula
          Anche questo corallo duro azooxan-
          tellato  proviene  dall’Australia.  Dato
          che  non  possiede  alghe  simbionti,
          dipende esclusivamente dal cibo ed è
          quindi un ospite per esperti. Secondo
          “Extreme  Corals”  la  sua  alimenta-
          zione,  dopo  un  proficuo  adatta-
          mento,  risulta  però  possibile  senza
          problemi  con  i  prodotti  speciali  dis-
          ponibili  in  commercio.  Questo  raro
          rappresentante  si  distingue  dalle
          altre  specie  di  Dendrophyllia grazie                                                   Foto: I. Krause
          al sottile tessuto bicolore. Oltre ad una abbondante somministrazione di mangime Claude Schuhmacher, proprieta-
          rio di “Extreme Corals”, consiglia una intensa corrente e un collocamento in una zona con debole illuminazione. Gli
          animali appena importati soffrono spesso di parassiti, come ad esempio piccole lumache, che da Extreme Corals”
          vengono rimosse durante la quarantena.


          Bibliografia
          RANDALL, J. E. & B. A. CARLSON (2000): Pygmy angelfish Centropyge woodheadi KUITER, 1998, a synonym of C. heraldi WOODS and SCHULTZ, 1953. – Aqua, Journal of Ich-
          thyology and Aquatic Biology, 4 (1): 1–4.
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