Tiranti di acciaio

Nel numero 19 di CORALLI, un lettore ha descritto il tirante di rinforzo di acciaio V4-A applicato al suo acquario. La cosa non è del tutto priva di rischi. Nel caso dell’acquario del lettore, il tirante non è sottoposto ad una trazione permanente, dato che la vasca si rivela stabile anche senza il rinforzo. Se i tiranti subiscono una forza, la faccenda assume tutt’altro aspetto. Sono saldati al bordo di acciaio, oppure hanno una accentuata piega su entrambe le estremità. In ambedue le situazioni si produce un indebolimento del materiale. Queste cornici e tiranti non sono generalmente trattati e in nessun caso subiscono un processo di elettro pulitura. Un trattamento ridurrebbe la possibilità di una ossidazione. L’aria sopra ai nostri acquari marini non contiene soltanto vapore, come spesso erroneamente supposto. Contiene cloruro e ioni di altre sostanze provenienti dall’acqua marina, tra queste anche composti aggressivi in grado di aggredire permanentemente l’acciaio molto di frequente nella parte inferiore non visibile.

Il fissaggio dei tiranti sulla cornice in acciaio (tutto V4A). Su questo acciaio “inossidabile”, la corrosione superficiale ha già lasciato tracce inconfondibili.     Foto: D. Knop

Il fissaggio dei tiranti sulla cornice in acciaio (tutto V4A). Su questo acciaio “inossidabile”, la corrosione superficiale ha già lasciato tracce inconfondibili.
Foto: D. Knop

In questo modo si formano punti di corrosione e fratture. In tali punti possono essere continuamente estratte molecole presenti nell’acciaio, come ad esempio di molibdeno, manganese e altre. Questa evenienza indebolisce l’acciaio che col tempo modifica le sue caratteristiche, diventando fragile o come detto da un chimico “vetrificherebbe”. Ad un certo punto, subendo un urto, ma anche spontaneamente, un tirante di questo genere potrebbe rompersi all’improvviso. Spesso in prossimità di una giunzione o di una piega. Quello che potrebbe poi accadere, lo lascio alla vostra fantasia, cari lettori di CORALLI. Qualche tempo fa, in una rivista di acquariologia, penso si tratti della pubblicazione DATZ (rivista di acquariologia tedesca), un acquariofilo marino ha descritto la rottura, avvenuta senza preavviso, della sua vasca equipaggiata con tiranti di acciaio V: il rinforzo si era letteralmente strappato in un lato.

Cosa fare?

Se proprio è necessario impiegare l’acciaio, è possibile sfruttare alcuni procedimenti semplici, anche se cari, per la protezione dalla corrosione. In questo caso è consigliabile utilizzare leghe di acciaio particolari e resistenti al cloruro, che purtroppo sono molto care. Il tirante o la cornice di acciaio dovrebbero essere circa 2 mm più grandi di quanto effettivamente necessario, e ricoperto successivamente il tutto viene rivestito con uno strato di polveri (sinterizzazione). Con questo procedimento viene applicato del polietilene con uno spessore da 0,5 a 0,8 mm. Non è possibile effettuare da soli questa lavorazione ed inoltre è necessario esaminare nella sua interezza il rivestimento con un induttore di scintille. Se tutto è in ordine, in presenza di una accurata manutenzione e attenzione in particolare durante il montaggio, la durata è praticamente illimitata. Naturalmente il costo di questo materiale è elevato e vale la pena di essere impiegato soltanto per vasche molto grandi. Quindi: diamo la preferenza al vetro. I metalli, siano essi ferro o altri, non sono desiderabili intorno e in particolare negli acquari marini, a meno che non si tratti di materiali sicuramente protetti dalla corrosione.

La più ridotta quantità di metalli pesanti potrebbe danneggiare gravemente questi sani coralli duri.   Foto: P. v. Suylekom

La più ridotta quantità di metalli pesanti potrebbe danneggiare gravemente questi sani coralli duri. Foto: P. v. Suylekom

Il motivo non è insito solamente nel sopra citato rischio di rottura, ma anche nell’incontrollabile arricchimento dell’acqua di acquario con elementi metallici, se si verificano i processi chimici o fisici descritti precedentemente in maniera semplificata. Qualora un tirante troppo largo crei fastidio nella parte superiore della vasca, il consiglio è di impiegare un vetro più spesso per realizzare il rinforzo, con una larghezza di solo 4-5 cm, incollandolo ruotato di 90°, cosicché il lato minore sia direzionato verso l’alto. Naturalmente non dovrebbe toccare l’acqua e pertanto si consiglia, se possibile, progettare la vasca con una altezza superiore di qualche centimetro. Se necessario, si possono predisporre diversi tiranti uno accanto all’altro.