L’inizio
Già da bambino ero affascinato dall’elemento acqua. Ogni pozzanghera, ogni ruscello e ogni riva mi attraeva e vi cercavo la via osservando tutto con grande ammirazione. Con grandissimo interesse seguivo i documentari sulle spedizioni di Jacques Yves Cousteau. Quelle immagini dei lontani reef corallini così colorati non mi hanno da allora più abbandonato. Già allora, a sette anni di età, ero certo di una cosa: “avrei voluto imparare ad immergermi”. Durante le vacanze con la mia famiglia nel Mediterraneo ero equipaggiato di boccaglio maschera subacquea e pinne, non era quasi possibile farmi uscire dall’acqua.
A quei tempi mio padre mi regalò il mio primo acquario con due pesci rossi. Si trattava dell’inizio della passione per l’acquariologia. Per molti anni mantenni una vasca di acqua dolce. A vent’anni per un certo periodo smisi di occuparmi di acquariologia, dato che oltre agli studi, per i primi lavori e altri interessi non avevo più tempo da dedicare a questo hobby. In ogni caso realizzai un grande sogno della mia fanciullezza: imparai ad immergermi! Durante la mia carriera di subacqueo ho compiuto diverse centinaia di immersioni in laghi, fiumi, laghi di montagna, anche sotto al ghiaccio, e in diversi mari.
L’acquario
Naturalmente sono rimasto particolarmente attratto dai reef corallini. Purtroppo la Svizzera non si trova proprio vicino ad un mare tropicale, e gli intervalli tra due vacanze da dedicare alle immersioni sono sempre abbastanza lunghi. Dopo una attenta considerazione e dopo aver letto alcuni libri specializzati in acquariologia marina decisi di creare nella mia casa un piccolo pezzo della mia amata barriera corallina. Dato che volevo iniziare questo nuovo hobby con un investimento economico relativamente modesto, cercai dapprima di trovare una vasca usata già attrezzata di tutte le necessarie apparecchiature tecniche. L’acquario, che misurava 180 x 75 x 60 cm esiste ancora, anche se una gran parte dell’equipaggiamento tecnico è stato sostituito nel corso del tempo.
In questo senso mi sono avvalso volutamente di poca tecnica. Luce, schiumatoio e corrente dell’acqua era quanto mi bastava. Agli inizi della mia carriera di acquariofilo marino mantenevo pesci e coralli molli. La varietà cromatica dei coralli duri però mi affascinava talmente tanto che già dopo poco tempo introdussi nella vasca uno di questi invertebrati. Allora non ero certo del risultato che avrei avuto nel suo mantenimento, compresi comunque relativamente presto che i miei dubbi non erano fondati. Mese dopo mese gli esemplari di coralli duri aumentarono, a discapito di quelli molli che inizialmente dominavano la vasca. Nel frattempo le piccole riproduzioni per frammentazione sono diventate delle grandi colonie, che ora a loro volta forniscono altri frammenti.
Il sistema
Cerco di fornire ai miei coralli delle condizioni di mantenimento ideali. In questo modo si sono formate grandi colonie dai magnifici cromatismi e con punte di crescita colorate. Sono in ogni caso particolarmente avvincenti quei coralli acquistati con un color marrone e che già dopo poche settimane evidenziavano le più belle tonalità. Considero questo avvenimento la prova di quanto questi animali possano svilupparsi magnificamente, quando le condizioni di mantenimento sono ideali. Rinuncio volutamente a grandi installazioni tecniche. Il mio obiettivo era ed è trovare il più possibile strade naturali per mantenere un sistema stabile. Per la struttura ho utilizzato il 100 % di rocce vive. Il fondale consiste di sabbia viva ed è stato predisposto come letto sabbioso profondo (DSB, Deep Sand Bed) con 12 cm di altezza. In aggiunta fornisco regolarmente delle colture batteriche e del nutrimento per gli stessi (Prodibio). La combinazione di queste misure determina una naturale riduzione delle sostanze nutrienti, acqua cristallina e animali sani. L’imitazione degli ambienti marini non si limita soltanto al mantenimento di coralli, crostacei, pesci e altri abitanti del reef. Ritengo sia piuttosto importante riprodurre il più fedelmente possibile i molti processi che spesso avvengono in maniera invisibile, ma che hanno una enorme influenza. Questi processi rendono possibile il mantenimento di valori di concentrazione di sostanze nutrienti inferiori al limite di misurabilità dei comuni test (Salifert). Una ridotta concentrazione di queste sostanze costituisce un fattore sostanziale per il mantenimento di coralli sani e colorati, anche se non l’unico. Per rendere disponibile ai coralli l’energia necessaria, li nutro giornalmente (aminoacidi, “CoralVitalizer”). Attraverso l’apporto di alcuni elementi i colori si possono ulteriormente “modellare”.
Le migliori esperienze le ho avute con alcuni componenti del metodo Zeovit. Definisco il mio sistema come “metodo ibrido”. Al contrario del “metodo Zeo” puro, rinuncio alla filtrazione attraverso la zeolite. Per la riduzione delle sostanze nutrienti utilizzo la sopra citata combinazione del letto sabbioso profondo, sabbia viva e batteri. Per “modellare” i colori mi avvalgo soltanto di alcune aggiunte prese dal metodo zeovit. Ho scelto una pura illuminazione T5. Lo sviluppo dei colori, dopo il cambio dall’HQI, è stato notevole. La mancanza dell’effetto luce ombra, in precedenza creato dall’illuminazione HQI, non mi manca minimamente considerando l’incremento cromatico ottenuto. Mi viene spesso chiesto quali misure adotto esattamente per ottenere tali colorati coralli. Rifiuto sempre di fornire una “ricetta”, come ad esempio: “si prenda un po’ di questo…”, perché funziona solo in modo limitato. Ogni sistema reagisce diversamente. Il consiglio più importante e utile è: “Osservate i coralli e cercate di capire quello di cui abbisognano”. Variazioni cromatiche e nel comportamento dei polipi mi indicano come agire. Alcune volte doso una certa sostanza, altre volte faccio una pausa per un periodo di tempo. Sono gli occhi e la mano dell’acquariofilo a creare il successo! Invito volentieri i lettori di CORALLI a visitare la homepage del mio sito all’indirizzo www.hausriff.ch dove potrete trovare ulteriori informazioni.
Iwan Lässer
Scheda tecnica
Misura della vasca:
180 x 75 x 60 cm
Coralli:
100 % coralli duri di diverse specie, di questi l’80 % SPS.
Pesci:
2 Zebrasoma flavescens, 1 Zebrasoma veliferum, 20 Pseudanthias squamipinnis, 11 Chromis viridis, 3 Amphiprion ocellaris, 2 Oxycirrhites typus, 2 Synchiropus splendidus, 2 Labroides dimidiatus, 1 Salarias fasciatus, 1 Gobiodon okinawae, 2 Gobiodon histrio
Invertebrati:
30 Paguri, 5 Tridacna squamosa, 4 Mespilla globulus, 8 Lysmata amboinensis, 2 Stenopus hispidus
Illuminazione:
Lampade fluorescenti T5: 2 x 54 W ”ATI Aquablue special“, 2 x 54 W ”ATI Blue plus“, 4 x 80 W ”ATI Aquablue special“, 4 x 80 W ”ATI Blue plus“, complessivamente 856 W, le lampade vengono sostituite ogni 6–8 mesi.
Cambio dell’acqua:
10 % settimanalmente (acqua di osmosi)
Tecnica:
Schiumatoio (”Skimmer 1200 P“), circolazione (Tunze ”Stream“), filtraggio permanente con carbone attivo, niente ozono, nessun trattamento UV, letto sabbioso profondo con il 100 % di sabbia viva.
Parametri dell’acqua:
Temperatura: 25 °C Salinità: 34 ppt pH: 7,6–7,9 Ioni nitrato: n.n. (non misurabile con i metodi tradizionali) Ioni nitrito: n. n. Ioni ammonio: n. n. Ioni fosfato: n. n. Silicati: n. n. Ioni calcio: 420 mg/ml Durezza carbonatica: 7–9 °dKH Ioni magnesio: 1.300 mg/ml Potenziale redox: 400–450 mV
Aggiunta di minerali ecc.:
Giornalmente:
Il consumo giornaliero di calcio si attesta intorno ai 40 mg/l. Questo decremento viene compensato con l’aggiunta di cloruro di calcio e idrogenocarbonato di sodio. Inoltre: CoralVitalizer (Korallenzucht) e aminoacidi.
Settimanalmente:
ReefBooster (Prodibio)
Ogni 14 giorni:
Bioptim (Prodibio); BioDigest (Prodibio)
Secondo necessità:
Potassio-Mix (KZ), Ioduro di potassio (KZ), Stylo-Pocci-Glow (KZ); le ”necessità“ dei coralli le giudico attraverso una intensa osservazione (i piccoli cambiamenti sono decisivi!)
Conduttore:
Iwan Lässer, Lenzburg (Svizzera), www.hausriff.ch