Coralli duri, questa definizione per molti acquariofili marini continua ad essere magica. Sull’origine di tanto apprezzamento per questi animali urticanti si possono solo fare delle congetture. Hanno avuto di certo una grande importanza l’immenso numero di specie, forme e varietà cromatica che racchiudono questo enorme gruppo animale. Soltanto per ragioni pratiche per gli acquariofili marini è consigliabile, unitamente alla sistematica scientifica, avvalersi delle semplici categorie nelle quali sono collocate i coralli secondo punti di vista morfologici e/o di mantenimento. Una di queste suddivisioni che si è dimostrata valida è il raggruppamento acquariologico in coralli duri a polipo piccolo (SPS = Small Polyped Scleractinia) e grande (LPS = Large Polyped Scleractinia). I più noti rappresentanti tra gli SPS sono le specie Acropora, Montipora e Porites, con polipi minuscoli grandi solo pochi millimetri. Tra gli LPS invece sono collocati tutti i coralli duri che presentano un diametro del singolo polipo o del suo corpo sensibilmente maggiore. Un esempio a riguardo è tra gli altri il corallo solitario Cynarina lacrymalis, il cui polipo può raggiungere un diametro di 16 cm e oltre (per la definizione dei coralli LPS vedi anche l’articolo di D. KNOP precedente).

Un esemplare di Cynarina estremamente colorato.

Un esemplare di Cynarina estremamente colorato.

Particolarità morfologiche degli LPS

Troviamo degli LPS in molte famiglie di coralli duri come Euphylliidae, Fungiidae, Mussidae e Trachyphylliidae. La maggioranza degli LPS formano colonie (per esempio le specie Euphyllia e Plerogyra). Ogni colonia evidenzia più aperture boccali e i polipi sono a stretto contatto tra loro. Altri LPS sono coralli solitari. In questo caso il corallo consiste di un singolo polipo con una sola apertura boccale. In questo caso sono definiti anche coralli monocentrici. Sono degli ottimi esempi Cynaria lacrymalis, alcune specie Scolymia, come pure il corallo anemone/fungo (Heliofungia actiformis).Talvolta (per esempio in qualche famiglia Scolymia), i coralli possono essere anche bi o policentrici. In questo caso la colonia corallina è composta da due o più polipi, creati per gemmazione. Molti coralli LPS crescono solidamente ancorati al substrato, ma esistono anche specie che vivono libere, presenti perlopiù sulla sabbia e sui fondali molli dei reef corallini. Fanno parte delle ultime forme citate il corallo Trachyphyllia geoffroyi e quelli anemone/fungo adulti. Gli esemplari giovani di quest’ultimi invece iniziano la loro esistenza da sessili e si separano dal substrato solamente con l’avanzare dell’età, per continuare poi a vivere liberamente.

Presupposti per il mantenimento in acquario degli LPS

I coralli LPS sono stati i primi madreporari ad essere mantenuti con successo negli acquari. Con alcune specie di coralli, come quelli a bolla Plerogyra gli hobbysti hanno registrato ottime esperienze fin dagli anni 70’. Anche allora, con le semplici condizioni acquariologiche di quei tempi, si mostravano ben mantenibili e nel caso del corallo a bolla continuavano persino lentamente a crescere. Con le condizioni attuali molto migliori il mantenimento dei coralli LPS zooxantellati non riserva più problemi, nonostante esistano sostanzialmente diversi livelli nella loro delicatezza (a riguardo vedi anche la descrizione più avanti). I presupposti di base per il mantenimento dei coralli LPS concordano con quelli generalmente accettati nella moderna acquariologia di barriera (vedi per esempio Brockmann 2000, 2008). Un aspetto importante però è la forte corrente. La maggioranza dei coralli SPS prediligono una circolazione intensa e talvolta molto forte. Molti coralli LPS al contrario necessitano assolutamente di una corrente moderata o debole. Se la circolazione è troppo intensa, diversi coralli LPS non si aprono completamente. In caso di corrente intensa spesso questi coralli tendono a non estroflettere il tessuto dei loro polipi, mostrando spesso solamente lo scheletro. Se si posiziona invece in una zona con corrente debole, come quella presente nel loro ambiente naturale, gonfierà estremamente il corpo del polipo che potrà assumere dimensioni triple rispetto allo scheletro calcareo. Una circolazione dell’acqua troppo intensa nell’acquario può, nel caso dei coralli duri a polipo grande, determinare anche il ferimento del delicato tessuto. Se il tessuto viene compresso contro i taglienti setti calcarei dello scheletro del corallo, può facilmente essere perforato. Non di rado il tessuto del polipo inizia a degenerare proprio da uno di questi punti feriti, oppure le alghe si insediano nell’area dello scheletro libera respingendo, attraverso la loro rapida crescita, il tessuto vivente. In entrambi i casi, prima o dopo i coralli in questione degenerano. La loro capacità rigenerativa è di gran lunga inferiore a quella dei coralli SPS. Per l’acquariofilo comporta, durante l’introduzione dei coralli LPS, l’individuazione di una zona con corrente adeguata. La soluzione migliore consiste nel collocare inizialmente il corallo in un punto dell’acquario con debole circolazione. Se il corallo si apre completamente, può rimanervi permanentemente. Se questo non accade, dopo qualche giorno andrebbe spostato in una zona con corrente più intensa. In nessun caso bisogna inizialmente posizionare il corallo LPS in un’area ad intensa circolazione, perché il rischio di un danneggiamento del tessuto sarebbe troppo alto. Più avanti analizzerò con maggior dettaglio le necessità di circolazione delle singole specie.

I coralli a bolla del genere Plerogyra reagiscono negativamente ad una elevata concentrazione di sostanze nutrienti, e una volta che sullo scheletro si sono insediate le alghe l’esemplare difficilmente potrà essere salvato.

I coralli a bolla del genere Plerogyra reagiscono negativamente ad una elevata concentrazione di sostanze nutrienti, e una volta che sullo scheletro si sono insediate le alghe l’esemplare difficilmente potrà essere salvato.

Tutti gli LPS presentati fanno parte dei coralli duri zooxantellati. Essi coltivano alghe simbionti all’interno del loro tessuto, definite zooxantelle, che attraverso la fotosintesi producono determinate sostanze. Queste sostanze vengono poi fornite all’animale ospite, il corallo, che le utilizza come nutrimento. Tutti i coralli duri zooxantellati per mezzo di questa simbiosi sono in grado di coprire gran parte delle loro necessità nutrizionali. Questo significa in conclusione, che i coralli duri zooxantellati possono crescere solo sotto una illuminazione consona alla specie. La luce solare o l’illuminazione fornita dalle lampade HQI o T5 nei nostri acquari, infatti, costituisce la sorgente di energia per la fotosintesi delle zooxantelle. Per questa ragione i coralli LPS hanno bisogno di una intensità luminosa commisurata, alcuni di più, ed altri di meno, come nel caso di Cynaria lacrymalis. Più avanti, nella descrizione dei singoli generi, indicherò le varie necessità di illuminazione. Mi pare rilevante ricordare che i coralli provenienti da acquari debolmente illuminati, devono essere adattati molto lentamente a condizioni di luce più intense, allo scopo di evitare shock da irraggiamento.

Maggiori informazioni sull’argomento nel numero 51 di CORALLI e nello Speciale numero 5

Segue parte 2