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         Contrastare i tumori con le spugne

         Le sostanze ottenute dagli organismi marini diventano sem-  partment of Chemistry and Biochemistry, Santa Cruz. Ben
         pre più importanti per la ricerca biomedica e lo sviluppo  presto però si sono presentati di nuovo problemi che di-
         dei medicinali. Più volte abbiamo trattato l’argomento (per  pendono dalla complessità genetica straordinariamente
         esempio Knop, 2009: Sostanze medicamentose del mare,  elevata delle spugne, che possono contenere centinaia di
         CORALLI n. 49 pag. 3). Attualmente i ricercatori dell’Uni-  diverse specie di batteri. PIEL e collaboratori erano però
         versità di Bonn in Germania, hanno trovato un’altra strada  primariamente interessati alle classe di sostanze attive dei
         per sfruttare le spugne marine quale fonte per sostanze far-  polichetidi, e di conseguenza tutte le altre informazioni
         macologiche attive. Nella rinomata rivista specializzata Na-  genetiche dovevano essere rimosse dal DNA complessivo.
         ture Chemical Biology il Prof. Dott. Jörn Piel e i suoi colla-  Per risolvere il loro problema gli studiosi hanno utilizzato
         boratori dell’Istituto Kekulé per la chimica organica e la  un semplice trucco, isolando dapprima l’intero DNA del-
         biochimica dell’Università di Bonn hanno reso pubblico  la spugna e dei suoi simbionti. Successivamente hanno ri-
         un metodo per isolare i geni delle spugne, codificati per  mosso da questa miscela estremamente complessa tutte
         dei composti bioattivi. Questo metodo consente ora una  le sequenze del DNA che non contribuiscono alla biosin-
         ricerca sistematica delle sostanze attive, per esempio con-  tesi dei polichetidi. Degli studi comparativi su diverse spe-
         tro il cancro. Le spugne sono attualmente la più importante  cie di spugne avevano fornito a tal riguardo le indicazio-
         fonte tra gli organismi marini per la ricerca di nuovi me-  ni necessarie. Le sequenze del DNA rimanenti sono poi sta-
         dicinali, perché producono sostanze tossiche per difen-  te confrontate per una ulteriore caratterizzazione con di-
         dersi dai nemici naturali. Una di queste sostanze è chia-  verse banche genetiche. Dopo tale confronto sono rima-
         mata Psymberin, una sostanza attiva che fa parte dei poli-  ste praticamente solo le sequenze del DNA che parteci-
         chetidi e che può essere sfruttata nella lotta contro i tu-  pano alla biosintesi dei polichetidi. Nella condizione idea-
         mori. Per l’utilizzo farmacologico è tut-
         tavia necessaria una grande quantità
         di Psymberin, che va oltre la disponi-
         bilità delle risorse naturali. Una solu-
         zione per questo problema è offerta
         dalla biotecnologia. Una notevole dif-
         ficoltà nell’ottenimento delle sostan-
         ze farmaceutiche attive dalle spugne
         sta nel fatto che molte non vengono
         prodotte dalle spugne stesse, ma in lar-
         ga misura dai batteri simbionti. Que-
         sti batteri comunque fino ad ora non
         possono essere coltivati al di fuori del
         loro ospite, e questo rende impossibi-
         le una produzione della sostanza at-
         tiva in grande quantità. Il Prof. PIEL e i
         suoi collaboratori utilizzano pertanto
         un nuovo metodo per risolvere il pro-
         blema: “la nostra strategia consiste nel-
         l’isolare dal DNA delle spugne i geni
         che sono responsabili della produ-
         zione delle sostanze attive. In questo
         modo otteniamo quindi anche i com-
         ponenti ereditari dei batteri, che pro-
         ducono queste sostanze nella spu-
         gna”. Le spugne necessarie agli espe-
         rimenti sono state fornite ai ricerca-
         tori dall’Istitute of Water & Atmosphe-  Gli organismi marini offrono un assortimento quasi infinito di sostanze attive sfruttabili come farma-
                                            ci. Dalle spugne (nella foto Cinachyra schulzei, o dai loro batteri simbionti, è stata isolata la Psymberin,
         ric Research, Nuova Zelanda, e dal De-  che ha una attività antitumorale.   Foto: D. Brockmann


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