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L’eccesso nella pesca nei mari del mondo difficilmente può essere controllato attraverso accordi volontari.   Foto: D. Knop

         zo dello scorso anno, il problema principale risiede nel-  Wildlife Fund (WWF), hanno esaminato tutte le 53 na-
         l’eccessiva efficienza, vale a dire nel numero troppo eleva-  zioni che si erano accordate per queste linee guida vo-
         to di imbarcazioni con metodi di cattura estremamente ef-  lontarie e che complessivamente sono responsabili di cir-
         ficaci. Le tecniche di cattura, infatti, stanno migliorando  ca il 96 % di tutte le catture nei mari.
         sempre di più, ma il numero delle imbarcazioni per la pe-
         sca non cala in ugual misura e sfrutta eccessivamente i  La pesca potrebbe collassare del tutto
         meccanismi riproduttivi dei pesci pescati. Per questa ra-  La Norvegia, gli USA e il Canada sono in testa alla lista
         gione l’organizzazione delle nazioni dedite alla pesca non-  delle nazioni responsabili dedite alla pesca, seguite da
         ché l’industria ittica avvertono la necessità di rispettare e  Australia. Islanda e Namibia. La Germania si trova nel mez-
         migliorare le linee guida volontarie per una pesca respon-  zo, al 20° posto, dietro a molti paesi in via di sviluppo. Fa-
         sabile del 1995.                                    nalini di coda sono la Corea del Nord, il Myanmar e l’An-
                                                             gola. In molte zone di pesca l’attività è talmente intensa
         Record di produzione                                “da chiedersi come in futuro, con i cambiamenti clima-
         Nel 2006 l’industria mondiale della pesca, con circa due  tici in corso e gli effetti sull’ecosistema degli oceani, tut-
         milioni di imbarcazioni, ha fornito approssimativamente  to questo possa continuare ad avvenire”, ammonisce Ka-
         143,6 milioni di tonnellate di pesce da alimentazione, un  vern COCHRANE della FAO. “La pesca mondiale è un pessi-
         record di produzione. Tre quarti di queste sono finite sul  mo affare per l’uomo e la natura, e prima della metà del
         mercato dell’alimentazione. Oltre 43 milioni di persone,  secolo potrebbe collassare del tutto”, spiega Karoline
         in prevalenza in Asia, sono attive nella pesca, e appena  SCHACHT del WWF. Al posto degli accordi volontari gli
         la metà dell’umanità, circa tre miliardi di persone, copre  scienziati premono per delle indicazioni legislative ob-
         circa il 15 % del suo fabbisogno di proteine attraverso il  bligatorie e per nuovi strumenti internazionali necessari
         pesce da alimentazione. Allo scopo di proteggere la po-  a contenere l’eccesso nella pesca. È naturalmente im-
         polazione ittica mondiale, nel 1995, come citato, furono  portante il management della pesca: più aree protette,
         predisposte delle linee guida volontarie dalla FAO. In que-  tecniche di cattura più compatibili dal punto di vista am-
         sto modo si voleva ottenere un approccio più conserva-  bientale e una flotta di pescherecci sensibilmente più ri-
         tivo e ecologico alla pesca, evitare le catture collaterali  dotta.
         e gli sprechi, nonché la cattura illegale e l’impiego di grup-
         pi di reti a strascico. In questo senso però, riferisce la FAO,                           Daniel Knop
         vi sono stati solo progressi molto limitati. Nessuna delle
         53 nazioni dedite alla pesca, medie o grandi, adotta del
         tutto queste linee guida internazionali per una pesca re-
                                                              Bibliografia:
         sponsabile, come scrive il gruppo di ricerca di Tony PIT-
                                                              PITChER, T., D. KALIKOSKI, & K. ShORT (2009): Not honouring the code. –
         CHER della University of British Columbia di Vancouver  Nature 457 Ausgabe 7230: 658–659.
         (Canada) e i suoi co-autori. Insieme alla fondazione World


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