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calcarea. Si trova appena a cinque metri sotto di noi, e occa-
sionalmente è esposta alle ruvide azioni del mare. Sopra
queste solide fondamenta si ergono i coralli a corna di alce
(Acropora palmata) con colonie così monumentali da far sem-
brare i giochi della luce solare come una scintillante illumi-
nazione del palco tra quinte surreali. Nonostante questa spe-
cie di corallo abbia bisogno del costante movimento
dell’acqua, e pertanto si insedi soltanto nelle acque basse, i
suoi estesi rami possono rompersi durante una forte tempesta.
Possiamo osservare questo risultato in un altro punto dove, a
causa dell’azione meteorologica, sono rimasti solo corti mon-
coni di queste imponenti ramificazioni. Le forze marine a volte
violente sono anche la causa della presenza prevalente di
coralli dalla crescita compatta (ad esempio Faviidae, Poriti-
dae). Banchi di pesci grugnitore (ad esempio il grugnitore
francese, Haemulon flavolineatum) e azzannatori (ad esem-
pio Lutjanus apodus) ravvivano il panorama, anche se i pesci
si ritirano volentieri tra o sotto i coralli. Come “attrazione prin-
cipale” non potevano mancare i grandi Barracuda (Sphyarena
Questa colonia di corallo cactus barracuda). Questi rispettosi pesci solitari con una sola pinna
(Mycetophyllia aliciae), ancora gio- seguono spesso il visitatore straniero osservandolo attentamente. Appena si tenta di avvicinarsi
vane, evidenzia il caratteristico rigon-
fiamento sul bordo: solo gli esemplari alla distanza necessaria per fotografarli, si ritirano però immediatamente.
più grandi formano la bordatura più
o meno a decorso radiale. Bizzarri panorami subacquei
I Caraibi nascondono la più grande ricchezza di specie di coralli costruttori di barriera dell’in-
tero oceano Atlantico. Ad ogni modo, le loro costruzioni qui hanno un altro carattere rispetto
agli abbondanti reef dell’area Indopacifica che non sono nemmeno confrontabili. La diffe-
renza che si nota immediatamente deriva dalla massiccia presenza di gorgonacei (in partico-
lare Plexauridae e Gorgoniidae), che si insediano in gran numero sui rilievi calcarei realizzati
dai coralli duri. Formano strutture elastiche, cespugliose e a forma di ventaglio che, con il mare
grosso, si flettono di qua e di là. Per una parte della fauna ittica i gorgonacei hanno la stessa
importanza che hanno altrove i coralli duri ramificati (in particolare il genere Acropora, che
nell’Atlantico è poco diffuso), cioè offrono copertura. La seconda particolarità dei reef carai-
bici è la loro abbondante presenza delle spugne, che fanno apparire più colorato il panorama
subacqueo a noi subacquei. In queste zone inondate di luce solare crescono inoltre una vas-
tità di alghe diverse, che ricoprono il calcare come un tappeto sfilacciato. I reef litoranei nei
punti più esposti spesso cadono ripidamente verso le profondità apparentemente prive di fon-
La colorazione di questo nudibranco dale, le cui fondamenta si trovano da qualche parte nell’eterna oscurità. Le pareti, che in
(Elysia crispata) lungo fino a sei centi-
metri può evidenziare molte varia- alcune zone sono quasi verticali, sono attraversate da imponenti gole. In un punto ci siamo
zioni. immersi attraverso una cavità verticale
simile ad un camino, che si apriva verso
l’esterno soltanto quando l’indicazione
di profondità del computer aveva già
superato il consueto valore dei 30 metri.
La pendenza della maggior parte dei
reef, però, termina intorno i 25 metri
circa, attraversando una vasta superficie
sabbiosa, dalla quale qua e là si ergono
piccoli scogli corallini e isolate colonie
di corallo. Ci stiamo muovendo in una
paesaggio non influenzato dall’uomo,
come oggi capita raramente di trovare.
Tutto appare intatto e puro, come se la
moria mondiale dei coralli non fosse
altro che una brutta favola. Tuttavia la
realtà ci appare persino in questo favo-
loso paradiso subacqueo, e in questo
caso mostra colori attraenti e porta strali
delle pinne simili a piume con aculei

