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Il Mar Rosso e i suoi scopritori
Fin dagli inizi della storia il Mar Rosso è stata una rot-
ta commerciale. Già prima di Cristo le imbarcazioni ve-
leggiavano dall’India e dalla Cina durante i monsoni pri-
maverili da nord est attraverso il golfo di Aden nel Mar
Rosso scaricando il loro carico a Jeddah o sull’altro la-
to del Mar Rosso a Suakin. Il vento contrario preva-
lentemente dominante da nord ostacolava i marinai nel-
la prosecuzione del viaggio, sicché non era possibile un
collegamento diretto con lo scenario commerciale me-
diterraneo. Plinio il vecchio (23-79 a.C.) riferiva di se-
ta, spezie, incenso e caffé che arrivavano in Europa su
un percorso via terra o attraverso il Nilo. Parlava an-
cora del “Mare Erythraeum”, ma poco dopo arrivò la
definizione inizialmente incomprensibile di “Mar Ros-
so”. Come si arrivò a questo nome? Si rifà alla ripro-
duzione in massa, che avviene ancora oggi, di un’alga blu
chiamata Trichodesmium erytraeum. In tal senso, però,
non ci si dovrebbe confondere con la denominazione
di “alga blu”, perché la sua clorofilla viene coperta da
una pigmentazione rossa, che fa apparire l’acqua mari-
na non blu-verde ma appunto rossa. Con la nascita del-
l’Islam, agli inizi del VII secolo, il Mar Rosso acquistò un
ulteriore significato. Dalla Mecca la nuova religione si
diffuse attraverso il Mar Rosso verso nord ovest. Il viag-
gio verso la Mecca condusse continuamente milioni di
persone verso il Mar Rosso. Ad ogni modo, anche i viag-
gi dei naturalisti, a cominciare da Ibn Battuta nel XIV
secolo, fino agli studiosi della fauna del Mar Rosso del
XVIII e del XIX secolo come Forsskal, Hemprich, Eh-
renberg, Rüppel, Boutan, Haeckel e Steindachner, stu-
diarono nelle condizioni più avverse la fauna lungo le
coste del Mar Rosso. Alcuni persero addirittura la vita.
Agli inizi degli anni ’70 iniziarono dei viaggi di tipo com-
pletamente diverso: i subacquei sportivi di ogni parte
d’Europa confluivano principalmente verso la penisola
del Sinai, dopo che si ebbe notizia di quanto fosso faci-
le ammirare i magnifici reef corallini litoranei dalla ter-
ra ferma. Inoltre, da Port Sudan l’unico atollo nel Mar
Rosso, il prospiciente Sanganeb, diventò una meta di im-
mersioni dei vacanzieri subacquei. Per molto tempo an-
cora gli stati mete di tali viaggi non pensarono a realiz-
zare delle infrastrutture turistiche, e pertanto i subac-
quei dovettero accontentarsi per molti anni di alloggi
estremamente semplici. Dal punto di vista acquariolo-
gico il Mar Rosso non giocava ancora un ruolo impor-
tante, nonostante arrivassero in commercio pesci lo-
cali ed fossero già in corso sperimentazioni nel man-
tenimento in acquario dei coralli zooxantellati. Negli
anni ’80 anche gli acquariofili marini europei iniziarono
ad interessarsi del Mar Rosso, perché molti invertebrati
che nel frattempo tenevano a casa nei propri acquari
di barriera provenivano da questo mare. Xenia umbel-
lata era una delle parole magiche di quegli anni, che fa-
ceva brillare gli occhi degli appassionati. Contempora-
neamente cominciò il boom del turismo per immer-
sioni nel Mar Rosso, e con le prime imbarcazioni at-
trezzate a questo scopo, sulle quali si poteva anche per-
nottare (“Liveaboards”), era possibile ora come su-
bacquei sportivi immergersi nel Mar Rosso centro me-
ridionale. Le immersioni maggiormente impressionan-
ti erano quelle nei reef del Sudan. A partire dagli anni
’90 gli animali del Mar Rosso occupano un posto fisso
nell’acquariologia marina. Per l’acquariofilo europeo si
offre una possibilità unica di imparare a conoscere gli
ambienti naturali degli animali tropicali allevati, dato che
il viaggio dall’Europa dura solo poche ore di volo. Per
questa ragione molti di voi avranno già praticato lo
snorkeling nel Mar Rosso o si saranno già immersi.
Il “caval donato” nel suo ambiente
naturale, il cavalluccio marino
Hippocampus debelius in un corallo
molle della famiglia Nephtheidae.
Foto: S. Kahlbrock
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