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do caratteristiche simili”. Questa nuo-
                                                                            va sistematica si rifà all’analisi del co-
                                                                            siddetto RNA ribosomale di 20 fami-
                                                                            glie, rappresentate da 71 generi e le
                                                                            88 specie contenute. Secondo le at-
                                                                            tuali conoscenze gli animali urtican-
                                                                            ti studiati si dividono in due rami, de-
                                                                            finiti “Cladi”: ciascuno di questi si ri-
                                                                            conduce ad un comune predecesso-
                                                                            re e sono quindi monofiletici (vedi
                                                                            grafica). Uno di questi rami, definito
                                                                            “Clade robusto”, comprende la fami-
                                                                            glia Dendrophylliidae, Poritidae, Fun-
                                                                            giidae, Siderastreidae, Pocilloporidae,
                                                                            Merulinidae, Meandrinidae, Oculini-
                                                                            nae, come pure i generi Euphyllia e
                                                                            Catalaphyllia. L’altro, definito “Clade
                                                                            complessa”, comprende tra le altre le
                                                                            famiglie Acroporidae, Agariciidae, il
                                                                            genere Galaxea come pure la Fun-
                                                                            giacyathidae, e unitamente ai coral-
                                                                            limorfari dell’ordine Corallimorpha-
                                                                            ria questa clade forma un nuovo Ta-
                                                                            xo, che fino ad ora non porta alcun
                                                                            nome e che rappresenta il gruppo fra-
                                                                            tello dell’altra clade. Anche il lavoro
                                                                            di MEDINA ha confermato l’esistenza
       Con gli attuali metodi di esame è possibile svelare qualche segreto dell’evoluzione dei coralli duri.   di queste due cladi indicando l’ap-
                                                                            partenenza dei corallimorfari alla cla-
       do indica uno scheletro che non è fat-  sentanti dell’ordine Scleractinia di un  de complessa. Si suppone che questi
       to di aragonite, come negli Scleracti-  comune antesignano. Proprio questo  due rami si sono separati tra loro cir-
       nia, ma di calcite. Entrambi sono car-  appare nel frattempo discutibile, per-  ca 288-240 milioni di anni fa, e che
       bonati di calcio, cioè sali di calcio del-  ché il lavoro di MEDINA, che si avvale  132-110 milioni di anni fa, quando la
       l’acido carbonico, ma in diversa forma  delle precise indicazioni degli esami  sintesi del calcio a causa di un calo
       cristallina. In aggiunta va detto che i  genetici, presenta i corallimorfari co-  del valore del pH nell’acqua marina
       Rugosa si sono estinti molto prima del-  me coralli duri che i sono liberati del  era diventata più complicata, alcuni
       la comparsa dei primi Scleractinia, sic-  loro scheletro! Degli studi genetici  Cladi abbiano fatto a meno del loro
       ché tra i due gruppi si inserisce una la-  comparativi tra corallimorfari e innu-  scheletro fino a svilupparsi diven-
       cuna temporale per  la quale manca-  merevoli generi di coralli duri hanno  tando gli attuali corallimorfari. Per
       no forme di transizione fossili. Questa  dimostrato che tra i rappresentanti del-  concludere torniamo ancora all’evo-
       ipotesi non è pertanto molto sosteni-  l’ordine Corallimorpharia e alcune fa-  luzione; nel frattempo esistono mol-
       bile. La seconda teoria sull’origine dei  miglie di coralli duri si possono trova-  tissime altre ipotesi nell’ambito del-
       coralli duri si riconduce a dei comu-  re diverse caratteristiche comuni di  la teoria evolutiva che cercano di
       ni predecessori di tutti gli Scleractinia,  nuova scoperta (“Apomorfidi”), più  spiegare dei meccanismi aggiuntivi;
       che non possedevano alcuno schele-  che tra queste famiglie di coralli duri  “la teoria del caos”, “il determinismo”,
       tro ed erano strettamente imparentati  e i rimanenti rappresentanti degli Scle-  “il neutralismo”, “il gradualismo”, “il
       con gli attuali anemoni di mare. La so-  ractinia!                   puntualismo” o “i geni egoistici”.  Si
       miglianza nell’anatomia dei polipi di                                può supporre che in futuro si cree-
       entrambi i gruppi è evidente, ma l’i-  Il nuovo punto di vista       ranno altre ipotesi. Il processo di co-
       potesi è difficilmente comprovabile,                                 noscenza nella percezione dell’evo-
       dato che di questi precursori senza  Nel frattempo ci si sta impegnando,  luzione, infatti,  non è ancora affatto
       scheletro mancano dei fossili perché  sulla base di nuovi esami genetici,  concluso. Tutte queste teorie non si
       le parti molli si decompongono mol-  nella stesura di una nuova sistemati-  escludono però a vicenda, ma tal-
       to prima che una naturale conserva-  ca dei coralli duri (ROMANO, 2000; STO-  volta si integrano, sicché nella com-
       zione possa avere luogo. In ogni caso,  LARSKI, 2001), cioè una sistematica che  prensione della storia evolutiva dei
       queste due teorie si basano sulla sup-  si appoggia sull’effettiva e compro-  coralli e di tutti gli altri esseri viven-
       posizione che i coralli duri siano “mo-  vabile storia genealogica, e non sul  ti, compreso l’uomo, si verificheran-
       nofiletici”, in altre parole tutti rappre-  precedente “raggruppamento secon-  no continue integrazioni.


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