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a lungo termine controproduttivo. Cer-
to consentirebbe un prolungato arric-
chimento dell’acqua con sostanze nu-
tritive, ma questa circostanza alla lun-
ga influenzerebbe in misura rilevante
la qualità dell’acqua determinando un
eccessivo accumulo di nutrienti. Per-
tanto è consigliabile avvalersi di una
schiumazione moderata (un piccolo
schiumatoio) e di una somministra-
zione di mangime almeno tre volte al
giorno.
Una enorme resa filtrante
Attraverso il battito dei lunghi filamenti
tremolanti del setaccio si crea una cor-
rente d’acqua dal sifone di ingresso ver-
so quello di uscita. Questo produce
una enorme resa filtrante; secondo
STORCH & WELSH (2004) una Phallusia
filtra giornalmente circa 155 litri d’ac-
qua! FOSSÅ & NILSEN (1998) forniscono
come valori generali per la resa filtrante
L’apparato digerente di un esemplare vivo di Ecteinascidia rubricollis; A) esofago, trasporta la secrezione 24-540 ml di acqua per ogni grammo
adesiva con particelle nutritive dal setaccio branchiale, B) stomaco con pieghe gastriche, C) percorso in-
testinale, D) estensione intestinale simile allo stomaco, E) il contenuto dell’intestino non valorizzabile vie- di peso, rapporto che per una ascidia
ne espulso nella cavità della cloaca (“camera di espulsione”) e fatto defluire attraverso il sifone di uscita. di mare di 10 g darebbe 60 litri al gior-
no, ben 20.000 all’anno! L’acqua fluisce
Un esemplare vivo di Ecteinascidia rubricollis, A) gonadi (è visibile il testicolo, nel mezzo, nascoste le ovaie),
B) grumo di uova (“ovidotto”) con cellule uovo, che successivamente come larve fecondate, più a destra, ven- dall’apertura boccale verso il setaccio
gono collocate in una tasca di incubazione dove permangono fino alla liberazione attraverso il sifone di uscita. branchiale, sulla cui superficie si trova
la secrezione adesiva. Dopo il passag-
gio nel setaccio branchiale, l’acqua fi-
nisce nell’area antecedente la cloaca
e attraverso il sifone di uscita fluisce
nuovamente fuori dall’animale. Per le
ascidie di mare è importante che l’ac-
qua espulsa non venga nuovamente
aspirata dal sifone di entrata. Per que-
sta ragione la disposizione dei due sifo-
ni tra loro è di vitale importanza. Inol-
tre, le specie monascidie con due sifo-
ni, i cui zooidi sono collegati perlopiù
da groviglio di stoloni, producono nel
loro sifone di uscita una pressione d’ac-
qua superiore rispetto a quello di in-
gresso. Riescono a farlo per mezzo di
un trucco fisico: il sifone di uscita ha
un diametro minore rispetto a quello
di ingresso. Ovviamente dovrebbero
avere entrambi lo stesso diametro, per-
ché vi fluisce la stessa quantità di ac-
qua. A causa del diametro ridotto l’ac-
qua deve fluire più velocemente attra-
verso il sifone di uscita, facendo sì che
questa finisca a maggiore distanza. I
corti peli tremolanti (“Cigli”) muovo-
no sul setaccio branchiale la pellicola
vischiosa insieme alle particelle nutri-
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